venerdì 10 dicembre 2010

Bonus Bebè: riaperti i termini. Domande entro il 31 dicembre 2010

Buone notizie per i genitori che hanno avuto una nascita nel 2009 e non hanno potuto accedere al Fondo di credito per i nuovi nati a causa della scadenza dei termini prevista precedentemente al 30 settembre 2010.
Il Dipartimento per le politiche della famiglia, in collaborazione con l’ABI, ha infatti deciso di riaprire i termini per presentare domanda per il prestito fino all’ammontare di 5000 euro rimborsabili in 5 anni ad un tasso particolarmente vantaggioso. La nuova scadenza è prevista al 31 dicembre 2010.
Possono chiedere un prestito i genitori dei bambini nati o adottati negli anni 2009, 2010 e 2011, senza limitazioni di reddito, attraverso il rilascio di garanzie alle banche e agli intermediari finanziari (Decreto legge n. 185/2008 - art. 4, comma 1 e 1bis).
In caso di esercizio della potestà su più di un minore può essere richiesto più di un finanziamento, mentre è ammesso un solo finanziamento per ogni bambino nato o adottato, anche in caso di potestà o affido condiviso.
Le banche e gli intermediari finanziari che aderiscono all'iniziativa si sono impegnati ad applicare ai finanziamenti garantiti dal Fondo un tasso annuo effettivo globale (TAEG) fisso, non superiore al 50% del tasso effettivo globale medio (TEGM) sui prestiti personali, in vigore al momento in cui il prestito è concesso.
Resta comunque facoltà degli istituti di credito l'erogazione del prestito, in quanto la presenza della garanzia del Fondo, permette un tasso agevolato ma non esonera le famiglie dall'obbligo di restituzione alle scadenze pattuite.
La domanda può essere presentata entro il 30 giugno dell'anno successivo alla nascita o all'adozione (per quelli nati nel 2009 la richiesta può essere inviata entro il mese di dicembre 2010).
Per le adozioni nazionali si fa riferimento alla sentenza di affidamento preadottivo o di adozione definitiva. Per le adozioni internazionali si fa riferimento al provvedimento di autorizzazione all'ingresso e alla residenza permanente del minore rilasciato dalla Commissione per le adozioni internazionali, sia per le adozioni pronunciate all'estero che per quelle pronunciate in Italia a conclusione del periodo di affidamento preadottivo.
Per le famiglie dei bambini nati o adottati nell'anno 2009 che siano portatori di malattie rare (individuate dall'elenco di cui all'articolo 5, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124) è previsto, in aggiunta, un contributo che riduce ulteriormente il tasso di interesse (TAEG) allo 0,5%.
In questo caso la domanda può essere presentata entro e non oltre il 31 dicembre 2011 e può essere contestuale rispetto alla richiesta del finanziamento ammissibile alla garanzia del Fondo, oppure successiva, entro il limite di tempo suddetto.
II finanziamento concesso, nella misura massima di 5.000 euro, può essere utilizzato per qualunque tipo di spesa e deve essere restituito in un periodo massimo di cinque anni.
La domanda può essere presentata entro il 30 giugno dell'anno successivo a quello di nascita o di adozione, compilando direttamente presso le banche l'apposito modulo, nel quale viene autocertificato il possesso dei requisiti richiesti e dichiarando:
- le proprie generalità e quelle del minore nato a adottato (specificando in tal caso gli estremi del provvedimento): Nome e Cognome, Luogo e Data di nascita, Codice fiscale
- l'esercizio della potestà genitoriale sul minore, specificando se si esercita tale potestà da solo a insieme ad altro soggetti in caso di esercizio della potestà condiviso, generalità dell'altro soggetto e dichiarazione che è richiesto un solo prestito per ogni minore.
Nel caso di bambini affetti da malattia rara, dovrà essere prodotto anche il certificato di una struttura sanitaria pubblica attestante la patologia sofferta. È possibile estinguere il debito in un'unica soluzione o con rate da concordarsi al momento della sottoscrizione del contratto di finanziamento.
L'arco temporale di restituzione del finanziamento deve essere concordato con la Banca/Intermediario finanziario. In caso di insolvenza, si è soggetti alle ordinarie procedure esecutive per il recupero del credito.
Nel caso in cui risulti che la concessione delle agevolazione e stata determinata da dichiarazioni mendaci o false attestazioni, si provvede alla revoca del finanziamento.
(Fonte Finanza Utile)

Comuni "in rete" per sostenere la famiglia

Promuovere la famiglia come valore sociale e risorsa responsabile, coinvolgendo l'associazionismo: è uno degli obiettivi del Network italiano di città per la famiglia, una rete di Comuni impegnati a costruire modelli di welfare family friendly attraverso lo scambio di buone pratiche. Ne fanno parte, ad oggi, 54 Amministrazioni.
Il Network - fondato il 21 maggio scorso dai Comuni di Bari, Parma, Roma e Varese - è presentato, nella Carta che ne illustra principi e obiettivi pubblicata sul sito web dedicato all'iniziativa, «come piattaforma progettuale tra città che scelgono di porre “la famiglia al centro” della propria attività amministrativa» ed è aperto all'adesione di altre Amministrazioni. L'idea, si legge nella lettera di invito alla presentazione ufficiale del 21 maggio, nasce «dalla comune riflessione intorno alle responsabilità che oggi le amministrazioni comunali sono chiamate ad affrontare in merito alla ritrovata centralità attribuita alla famiglia, intesa come primo soggetto di welfare locale».
Partecipando alla rete, ogni città, recita la Carta, «si impegna a valorizzare il confronto attivato nel Network con l'assunzione di scelte concrete, da realizzarsi nel proprio territorio entro un anno dall'adesione». Le azioni da intraprendere ruotano attorno a quattro temi: una fiscalità locale a misura di famiglia, i meccanismi di presidio delle scelte secondo una prospettiva family friendly, le strategie di valorizzazione del ruolo sussidiario della famiglia e delle associazioni del privato sociale all'interno del welfare locale e la promozione a livello nazionale del fisco a misura di famiglia.
In altri termini, le Amministrazioni che aderiscono al Network si impegnano a: promuovere politiche che favoriscano l'accesso ai servizi o si traducano in agevolazioni tariffarie o fiscali; verificare la possibilità di istituire strutture dedicate alla qualificazione delle scelte del Comune in una prospettiva family friendly; approfondire i meccanismi di attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, che valorizzino la collaborazione delle famiglie, delle loro associazioni e in generale del terzo settore e, infine, far sì che le buone pratiche sperimentate nelle città si traducano in «linee generali di sviluppo».
L'iniziativa si propone, quindi, come spazio di confronto e di condivisione di esperienze, azioni e progetti a sostegno della famiglia, punto di riferimento per i Comuni che aspirano a diventare territori “amici della famiglia”. Lo scambio di riflessioni e analisi sui temi di lavoro descritti nella Carta avverrà nel corso di incontri e seminari concordati dalle città partecipanti su indicazione delle città fondatrici.
Di recente il Network si è dato appuntamento alla Conferenza nazionale della famiglia, che si è svolta a Milano dall'8 al 10 novembre. Durante l'ultima giornata, i sindaci dei Comuni fondatori hanno partecipato alla tavola rotonda Le politiche familiari a livello locale e hanno poi incontrato sindaci e referenti degli altri Comuni aderenti nel corso di una sessione di lavoro interna dedicata a una riflessione sugli strumenti tecnici a disposizione del Network e alla programmazione delle attività future.
(Fonte Minori.it)

5 per mille: Disponibili le Linee guida e il modello di rendiconto

Sono disponibili, nella sezione dedicata al 5 per mille, un apposito modello e le Linee-guida per la compilazione del rendiconto inerente la destinazione delle quote del 5 per mille, obbligatorio per le associazioni e le organizzazioni destinatarie del beneficio, a pena della restituzione delle somme percepite.
In base a quanto previsto dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Finanziaria 2008), l’obbligo di rendicontazione sul 5 per mille deve essere assolto dal beneficiario solo per le somme percepite sulla base della dichiarazione dei redditi dell’anno 2008 e seguenti.
Entro la fine dell’anno 2010 sarà pubblicato un riepilogo complessivo delle somme già liquidate, pari ad oltre 730 milioni di euro, per le dichiarazioni dei redditi del 2006, 2007 e 2008.
Tutti i soggetti che abbiano percepito quote del 5 per mille dell’Irpef sono tenuti a redigere un rendiconto circa la destinazione delle somme percepite, non tutti a inoltrarlo al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Per supportare gli enti del volontariato ad assolvere al proprio obbligo, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha predisposto un modello di rendiconto, accompagnandolo a “Linee guida” che chiariscono termini, modalità, ambito di competenza ed ogni altro onere a cui sono tenuti i soggetti beneficiari, nonché le sanzioni previste in caso di inadempimento.
In allegato:
- Modello di rendiconto
- Linee guida per la rendicontazione
Per informazioni:
Direzione Generale per il Volontariato, l'Associazionismo e le formazioni sociali
Divisione I - Formazioni Sociali e Affari Generali
Via Fornovo, 8 – 00192 Roma, Tel.: 06.4683.4506/4087

Adozioni internazionali Rimborsi più adeguati

Per le adozioni internazionali, sullo sfondo del crollo spaventoso di richieste del 2010, arrivano in chiusura d’anno buone e – ancora, purtroppo – cattive notizie. Le buone riguardano i rimborsi per le famiglie che nel corso del 2009 hanno deciso di accogliere un bambino dall’estero.
Oltre al rimborso forfettario di 1.200 euro (erogato a partire dal 2007) queste ultime saranno, secondo quanto evidenziato da Giovanardi, avvantaggiate: in data 30 novembre, con pubblicazione in Gazzetta proprio oggi, un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri ha infatti stabilito che per le coppie con un reddito annuo fino a 35mila euro siano rimborsabili fino al 50% delle spese sostenute, mentre per quelle con un reddito superiore a tale soglia (ma inferiore a 70mila euro) fino al 30%. Cifre che sostituiscono, dunque, quelle stabilite dal Fondo per le adozioni internazionali a partire dal 2005, che prevedevano il rimborso di un massimo di 6 o 4mila euro a seconda delle fasce di reddito. E che ci si auspica, ora, valgano anche per le coppie che hanno portato a termine un’adozione nel 2010: non 4mila (cifra che si riferisce al 2009, per l’appunto) ma, fino ai dati disponibili dello scorso agosto, solo 2.564, cioè ben il 30% in meno.
Altra buona notizia, quella relativa al Fondo di credito per i nuovi nati, che – lo ricordiamo – riguarda anche tutti i bambini adottati e che negli ultimi due anni è stato alimentato con 25 milioni di euro annui per garantire le banche per l’eventuale insolvenza dei prestiti che saranno concessi ai nuclei con bebè (l’interesse, che potrà poi essere migliorato dai singoli istituti aderenti, è fissato al 50% del tasso effettivo medio e prevede un massimo di 5mila euro per finanziamento). Ebbene, lo scorso 2 dicembre sono stati riaperti i termini per i nati nel 2009, fissata precedentemente al 30 settembre 2010, e i genitori che hanno avuto una nascita nel 2009 potranno presentare la domanda di accesso al prestito entro il 31 dicembre.
Sul tavolo, però, rimangono ancora dei nodi. Primo fra tutti, quel dato sul calo spaventoso delle adozioni di bimbi dall’estero nel 2010, che trova senz’altro origine nella drammatica congiuntura economica (la crisi scoraggia, anche psicologicamente, gli aspiranti genitori adottivi), ma anche nell’aumento dei costi: le adozioni internazionali sono sempre più “care”, le famiglie spendono circa 20mila euro tra viaggi e spese di mediazione. E non è un caso se, nello stesso decreto citato dal sottosegretario Giovanardi, si ravvisa proprio come sia «opportuno – recita il testo – modificare i criteri per l’erogazione dei rimborsi applicati negli anni precedenti in considerazione dell’intervenuta costante lievitazione dei costi di viaggio e soggiorno all’estero».
E poi, certo, rimane aperta la questione dei fondi. Che, sebbene in parte legati al budget della presidenza del Consiglio (non “toccato” dalla Legge di stabilità approvata martedì sera in Senato), per quella più consistente fanno capo a quel Fondo per le politiche della famiglia che invece, dalla Finanziaria, è risultato fortemente penalizzato. Il fondo, che finanzia tutti i progetti per la famiglia, ha infatti assistito a un taglio drastico: se nel 2008 aveva contato su 346,5 milioni di euro, nel 2009 ha dovuto fare i conti con la metà di quei soldi (186,6 milioni di euro), nel 2010 con 185 milioni e – questo l’allarme – sia nel 2011 che nel 2012 dovrà farli con appena 52,5 milioni di euro. Un ridimensionamento contestato negli ultimi mesi, e anche nel corso della Conferenza della famiglia di Milano un mese fa, dal Forum delle associazioni familiari.
Viene da chiedersi come, con queste cifre, potranno essere mantenuti i 25 milioni stanziati al sostegno delle adozioni internazionali e gli altrettanti 25 milioni stanziati per il Fondo nuovi nati di cui sopra, visto che le voci – due di almeno un’altra quindicina su cui spalmare il budget – da sole lo esaurirebbero quasi totalmente.
(Fonte Avvenire)

La condanna non preclude l'affidamento

Non basta una sentenza penale, neppure passata in giudicato e nonostante sia relativa a reati commessi nel contesto della separazione, a giustificare l'affidamento esclusivo a uno solo dei genitori. Alla regola generale dell'affidamento condiviso, ha stabilito ieri la Sesta sezione civile della Cassazione (24841/10), si può infatti derogare solo se la sua applicazione risulti «pregiudizievole per l'interesse del minore».
Il caso portato davanti ai giudici di legittimità riguardava una giovane madre pugliese accusata di calunnia nei confronti del convivente, padre dei suoi figli, e poi anche condannata in primo grado; la donna aveva denunciato il partner per abusi sessuali sulla figlia di tre anni, pur sapendolo innocente.
Sulla scorta di quella pronuncia il tribunale dei minorenni aveva affidato i due figli maschi al padre e la bimba alla mamma, mentre la Corte d'appello aveva poi reintegrato entrambi i genitori nella potestà genitoriale dei tre figli, ma affidato la prole in via esclusiva al padre. Secondo la Sesta civile, però, il giudice di appello in quel modo aveva posto a fondamento della propria decisione fatti lontani nel tempo, non ancora cristallizzati in un provvedimento definitivo, ma soprattutto senza dimostrare perché «quelle vicende renderebbero, in rapporto all'attualità, del tutto evidente l'inidoneità della madre a svolgere adeguatamente e responsabilmente il ruolo materno». Invece il giudice, al momento di derogare al regime standard di affidamento condiviso, è tenuto a motivare «non più solo in positivo sulla idoneità del genitore affidatario, ma anche in negativo sulla inidoneità educativa ovvero manifesta carenza dell'altro genitore», come prevede una giurisprudenza ormai costante (16593/2008 e 26587/2009). Pertanto le vicende intercorse tra i due ex conviventi, «anche se strettamente correlate al loro ruolo di genitori e ai loro rapporti con i figli» non sono sufficienti a sorreggere l'affidamento esclusivo, tantomeno a sostenere, come fa «apoditticamente» la corte di merito «il grave pregiudizio che la piccola ha subito e subirebbe rimanendo affidata alla madre».
(Fonte Il Sole 24ore)

martedì 7 dicembre 2010

Via al rimborso spese sostenute per adozioni concluse nell’anno 2009

In data 3 dicembre 2010 è stato registrato il D.P.C.M. contenente le modalità di presentazione delle domande di rimborso delle spese sostenute per adozione internazionale, con riferimento alle adozioni internazionali di minori stranieri, il cui ingresso e la residenza permanente in Italia siano stati autorizzati nel periodo compreso tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2009.
Il Decreto ed i relativi allegati saranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana in data 9 dicembre.
I coniugi che hanno concluso l’adozione nell’anno 2009 possono pertanto presentare le domande di rimborso utilizzando gli appositi modelli. Le domande di rimborso devono essere presentate entro il 31 gennaio 2011 e saranno istruite in base all’elenco cronologico di presentazione.
I modelli possono essere scaricati selezionando: Decreto e Allegati

Unicef, quale futuro per il Pakistan?

Dopo oltre quattro mesi dalle peggiori alluvioni nella storia del Paese, l'UNICEF avverte che con l'arrivo dell'inverno si aggraveranno i rischi per i bambini del Pakistan, che già soffrono alti tassi di infezioni respiratorie acute e malnutrizione.
Si stanno diffondendo rapidamente nuovi casi di poliomielite: dagli 89 registrati nel 2009 si è passati ai 126 di quest'anno. Questo rappresenta motivo di enorme preoccupazione, specialmente perché il Pakistan aveva ottenuto importanti successi nell'eradicazione della polio. Il Pakistan è uno dei quattro paesi del mondo dove questa patologia è endemica e la rallentata diffusione della copertura nelle aree affette da difficoltà di sicurezza nel Nord, l'affollamento e le condizioni sanitarie precarie risultate dalle alluvioni hanno aggravato i rischi per i bambini.
"La conclusione di questa crisi è ancora lontana; lo stato dell'emergenza si è evoluto in maniera differente, da una parte all'altra del Pakistan e gli interventi umanitari hanno dovuto adattarsi rapidamente per raggiungere le donne e i bambini che ne avevano bisogno, poiché le loro necessità cambiavano di ora in ora", ha detto Daniel Toole, Direttore regionale dell'ufficio UNICEF per l'Asia meridionale. "Nonostante molte persone siano ritornate nelle proprie aree di provenienza, molti al loro rientro hanno trovato solo distruzione - niente case, niente raccolto, niente cibo e niente denaro.  Nel Nord è caduta la neve e stiamo distribuendo vestiti invernali e forniture per aiutare le famiglie a prepararsi per il duro inverno, mentre nel sud il lento deflusso delle acque lascia oltre un milione di persone ancora in attesa. L'arrivo del freddo aumenterà il numero delle infezioni respiratorie e la malnutrizione, due dei maggiori killer dei bambini del Pakistan".
Un quinto del territorio del Pakistan è stato devastato dalle alluvioni monsoniche che hanno colpito 20,3 milioni di persone. Circa 10.000 scuole e centri sanitari rurali sono stati danneggiati dalle alluvioni e importanti infrastrutture sono state distrutte o gravemente danneggiate, inclusi i sistemi idrici e sanitari, i ponti e le strade. Sin dalla prima fase delle alluvioni, l'UNICEF ha fornito acqua potabile a circa 2,8 milioni di persone giornalmente e attrezzature sanitarie a oltre 1,5 milioni di persone. L'UNICEF l'OMS e il Governo del Pakistan hanno unito le forze e hanno vaccinato oltre 9 milioni di persone contro il morbillo e la polio. I supplementi nutritivi sono stati distribuiti a circa 300.000 donne in gravidanza  e madri con bambini piccoli, oltre che a bambini malnutriti. Attraverso i centri di apprendimento temporanei è stata ripristinata l'istruzione per 106.500 bambini e 104.400 donne e bambini sono stati messi al riparo dal rischio di abuso, abbandono e sfruttamento attraverso gli spazi a misura di bambino dopo le alluvioni.
In previsione dell'inverno l'UNICEF ha iniziato a distribuire vestiti pesanti e coperte per i bambini. Nonostante ciò milioni di famiglie ancora hanno bisogno di assistenza in termini di acqua, medicine, supplementi nutritivi per sopravvivere nei prossimi mesi, specialmente quelli che vivono nel nord del paese dove l'inverno è alle porte. "La dimensione di questa crisi rimane impressionante. L'impatto delle inondazioni in Pakistan sarà sentito anche negli anni a venire, quindi quanto più riusciamo a fare adesso tanto più i bambini e le famiglie avranno la possibilità di ristabilirsi, questo significa che abbiamo bisogno di fondi urgenti per fare al meglio il nostro lavoro" sostiene Toole. L'UNICEF ha bisogno di 82,1 milioni di dollari per continuare con i programmi salvavita e di recupero. Inoltre per espandere il sostegno fortemente necessario per far fronte alla dilagante malnutrizione e per fermare la diffusione della polio sono necessari fondi addizionali urgenti per fronteggiare le necessità che continueranno nel 2011.
(Fonte La Repubblica)

Amnesty, un tulipano contro la mortalita' materna

'Prendendoti cura del tulipano aiuterai a difendere i diritti umani nel mondo'. E' l'invito di Amnesty International che sabato e domenica sara' in 150 piazze italiane per offrire un bulbo di tulipano giallo in cambio di un'offerta per finanziare i progetti dell'organizzazione nella lotta contro la mortalita' materna. Ogni anno 350.000 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, ricorda l'organizzazione. Molte di queste morti, drammaticamente diffuse tra le donne che vivono in poverta', possono essere evitate. Per fermare questa tragedia Amnesty ha lanciato una campagna mondiale per chiedere ai governi che l'assistenza ostetrica d'urgenza sia disponibile per ogni donna, che siano eliminati i costi che ostacolano l'accesso alle cure mediche di base e che sia rispettato e tutelato il diritto delle donne al controllo sulla loro vita sessuale e riproduttiva. Fino al 12 dicembre e' possibile sostenere la campagna 'contro la mortalita' materna' anche inviando al numero 45506 un sms del valore di 2 euro da cellulare privato Tim, Vodafone, Wind, 3 e CoopVoce o chiamando lo stesso numero da rete fissa e donare cosi' 5 o 10 euro da Telecom Italia oppure 5 euro da Infostrada. Grazie alle donazioni Amnesty potra' realizzare una serie di interventi in Peru', uno dei Paesi con il piu' alto tasso di mortalita' materna di tutta l'America Latina, in Sierra Leone, dove piu' che in qualsiasi altra parte del mondo le donne rischiano di perdere la vita durante il parto, in Burkina Faso, dove ogni anno 2.000 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza, e nei ricchi Stati Uniti d'America in cui, nonostante la spesa sanitaria sia tra le piu' alte nel mondo, a morire sono ancora le donne che appartengono a minoranze etniche o a comunita' native. 
(Fonte AGI Mondo)

Telethon compie 20 anni

Telethon compie vent'anni. Una ricorrenza che quest'anno si svolgerà come al solito sulle reti Rai dal 17 al 19 dicembre. "Solidarietà, merito, ricerca, trasparenza: sono le parole chiave - ha sottolineato il presidente della Camera Gianfranco Fini, durante la presentazione di Telethon a Montecitorio - che ispirano Telethon: quasi un programma politico, nel senso autentico del termine, se polis vuol dire interesse politico della città".
"Ci sono voluti vent'anni di lavoro, ma adesso - ha affermato il presidente di Telethon Luca Cordero di Montezemolo - la parola ‘cura' non è più un tabù. Le malattie genetiche possono essere sconfitte. La fiducia degli italiani è stata ben riposta ed ora è il momento di insistere". "Nell'anno che si chiude - ha invece ricordato la direttrice generale di Telethon, Francesca Pasinelli - abbiamo ottenuto due importanti successi: nel mese di aprile abbiamo dato il via a due nuovi studi clinici su 14 bambini che mirano a dimostrare la validità della terapia genica messa a punto nei nostri laboratori. Ad ottobre poi abbiamo siglato insieme al San Raffaele di Milano un accordo con una multinazionale farmaceutica che, poggiandosi sui risultati della ricerca sviluppata presso l'Istituto San Raffaele Telethon di Milano, punta a garantire a tutti i pazienti nel mondo entro pochi anni la fruibilità delle terapie per sette malattie".
Ma di fronte al presidente della Camera Gianfranco Fini, dal quale ha trovato sostegno, il presidente di Telethon non ha esitato a parlare della "inaccettabile" penalizzazione della ricerca e del volontariato. Montezemolo ha criticato i tagli decisi dalla finanziaria al 5 per mille che, assicura, "che ci tolgono trequarti dei fondi disponibili e ci costringono a rinunciare a due milioni di euro per far avanzare la ricerca". "Mi auguro, e non sono il solo, che alle preoccupazioni per la diminuzione dei fondi disponibili attraverso il meccanismo del 5 per mille, faccia seguito un vasto e corale impegno per ripristinare pienamente tali risorse" ha affermato il presidente della Camera.
Intanto la macchina di Telethon ha dimostrato di non perdere colpi e il professor Andrea Ballabio, direttore dell'istituto Telethon di Napoli, ha annunciato la nascita di un laboratorio Telethon presso il Texas Children's Hospital di Huston. Il centro sarà dedicato allo studio di malattie neurologiche dei bambini, voluto da un'associazione americana di pazienti, la Beyond Batten Disease Foundation, fondata nel 2008 da Craig e Charlotte Benson, dopo che alla loro figlia Christiane è stata diagnosticata una grave malattia lisosomiale, il morbo di Batten. "Nell'anno che si chiude - ha invece ricordato la direttrice generale di Telethon, Francesca Pasinelli - abbiamo ottenuto due importanti successi: nel mese di aprile abbiamo dato il via a due nuovi studi clinici su 14 bambini che mirano a dimostrare la validità della terapia genica messa a punto nei nostri laboratori. Ad ottobre poi abbiamo siglato insieme al San Raffaele di Milano un accordo con una multinazionale farmaceutica che, poggiandosi sui risultati della ricerca sviluppata presso l'istituto San Raffaele Telethon di Milano, punta a garantire a tutti i pazienti nel mondo entro pochi anni la fruibilità delle terapie per sette malattie".
(Fonte RAI)

Ue: i minori non accompagnati “bocciano” la procedura di asilo

Nel corso di una conferenza di due giorni che si terrà a Bruxelles oggi e domani sui diritti dei minori, l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) ha presentato – assieme a un rapporto comparativo sui diritti dei minori in Europa – un’indagine sulla situazione attuale dei minori non accompagnati richiedenti asilo. L’inchiesta è stata condotta sul campo con interviste a 336 minori provenienti per lo più da Afghanistan (22%), Marocco (10%), Somalia (10%) e Iraq (9%), oltre a 302 adulti che lavorano con questi minori o ne sono responsabili. Il quadro che ne emerge mette in luce le mancanze che l’Europa ancora non ha colmato nel rispetto dei diritti di questi minori come sanciti dai trattati internazionali, che hanno alla base “il miglior interesse del minore”.
Innanzitutto, in certi casi avviene che i minori vengano ospitati in strutture in cui sono a contatto con adulti che non hanno responsabilità su di loro: una situazione assolutamente da evitare secondo gli esperti e i lavoratori sociali intervistati. L’ideale per loro sono strutture piccole e in prossimità delle città, in cui il grado di vita autonoma varia in base all’età del minore. Ad ogni modo, i minori si dicono generalmente soddisfatti dal lavoro fatto da chi li assiste, apprezzando moltissimo l’impegno con cui questi si prodigano per loro. Meno rosea invece la relazione coi servizi sanitari e con la procedura di asilo.
Nel primo caso, alcuni minori si sono lamentati per il fatto di non aver ricevuto la sufficiente attenzione quando stavano male, e altri si sono visti negare una visita specialistica. Viene anche richiesta una maggiore attenzione agli aspetti psicologici, spesso sottovalutati. L’intera esperienza di richiedente asilo può essere infatti molto traumatica, soprattutto se si conclude con un respingimento della domanda, fatto che i minori vedono spesso come un insuccesso personale.
Inoltre molti aspetti della procedura rimangono oscuri, e le varie informazioni vengono raramente comunicate in un modo comprensibile per un minorenne. Inoltre, l’intervista viene spesso svolta con atteggiamento intimidatorio, più simile a un interrogatorio che a un colloquio per accertare in fatti, e con interpreti che i minori sentono, se non ostili, poco affidabili e qualificati. L’intervista viene spesso condotta (secondo la percezione dei minori) partendo dal presupposto che il richiedente asilo sia un bugiardo: questo è per loro un grande peso, riflesso anche nel corso delle visite per stabilire la loro età. A questo proposito, gli operatori segnalano che non essendoci standard europei in materia, questa procedura è spesso inaffidabile in quanto a rischio di interpretazioni soggettive. Viene inoltre lamentata dai minori poca attenzione per i loro bisogni spirituali e per il rispetto dei loro valori religiosi in aspetti quali la cucina, la salute (come bambine visitate da medici maschi) o l’educazione.
In generale, i minori sono consapevoli del valore dell’educazione e vorrebbero poter frequentare le scuole ‘normali’ il prima possibile. Per questo considerano di grande importanza l’apprendimento rapido della lingua del paese ospitante, di modo da potersi sentire come parte della loro nuova comunità. Molti minori cercano di integrarsi con loro pari del paese ospitante, nonostante gli episodi di razzismo siano frequenti nella loro esperienza.
Per quanto riguarda il sostegno legale, molti dei minori e degli adulti intervistati non erano a conoscenza delle possibilità di avere un tutore legale e del suo ruolo, e di come ottenere ad esempio il ricongiungimento famigliare. Un’incertezza che pesa anche sul loro avvenire, visto che molto spesso non è loro chiaro cosa avverrà una volta che compiranno il 18 anno di età, e in quanto maggiorenni, privati di gran parte dell’assistenza ricevuta fino ad allora.
(Fonte Redattore Sociale)

lunedì 6 dicembre 2010

Anno europeo del volontariato 2011, al via la campagna

Parte da Bruxelles la campagna per l’Anno europeo 2011, dedicato al volontariato. Sotto lo slogan “Volontari! Facciamo la differenza!”, la Commissione europea ha presentato le molteplici iniziative previste che prendono il via già oggi e metteranno in luce il lavoro ormai indispensabile dei 100 milioni di volontari attivi in Europa. Da un'indagine Eurobarometro del maggio 2010 risulta che 3 europei su 10 dichiarano di essere impegnati nel volontariato: un’attività che produce vantaggi per l’intera società e i singoli. Il volontariato permette infatti di acquisire conoscenze, mettere a frutto le proprie capacità e ampliare le proprie reti sociali, portando spesso a nuove opportunità di lavoro sociale.
Si stima che il volontariato contribuisca al prodotto interno lordo per un 3-5%. Inoltre, un recente studio ha dimostrato che per ogni euro speso per sostenere l'attività dei volontari le organizzazioni hanno ricavato un rendimento medio compreso tra tre e otto euro. Nella sola Italia ci sono 3 milioni di volontari e oltre 30mila organizzazioni non profit, per un totale di 700mila addetti. Uno degli obiettivi dell’Anno, che gode di un budget di 8 milioni di euro, sarà avvicinare il maggior numero di nuove persone al volontariato, in particolare i giovani, anche grazie all’attrattiva di programmi di scambio come il Servizio volontario europeo. Gli altri obiettivi delineati dalla Commissione, di concerto con l’alleanza di ong che ha promosso fin dall’inizio l’istituzione dell’Anno, riguardano la riduzione degli ostacoli amministrativi e burocratici al volontariato; il conferimento di maggiore autonomia e responsabilità alle organizzazioni di volontariato e il miglioramento della qualità del servizio; premiare e riconoscere le eccellenze nel volontariato e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del settore.
A questo scopo, la Commissione incoraggerà lo scambio di buone pratiche tra gli stati membri e le organizzazioni di volontariato, con particolare attenzione alla formazione dei volontari, all’accreditamento e alla certificazione della qualità del servizio e a un collegamento efficiente ed efficace tra i potenziali volontari e le opportunità di prestare servizio. La Commissione incentiverà anche la costituzione di nuove reti di organizzazioni per favorire gli scambi transfrontalieri e le sinergie tra le organizzazioni di volontariato e altri settori, come ad esempio le imprese.
Nel corso del 2011 saranno anche promossi centinaia di eventi, attività, progetti, sia a livello nazionale che comunitario. Tra questi è previsto un road-show che, nell’arco dei 365 giorni, toccherà tutti i 27 paesi dell’Unione, a cominciare dal Belgio, e nel quale i volontari provenienti da tutta l’Unione presenteranno le loro esperienze e incontreranno politici e cittadini. Prevista anche la creazione di servizi giornalistici audio e video realizzati da 27 reporter volontari sull’attività di 54 organizzazioni di volontari. A fine 2011, questi contenuti saranno utilizzati per un documentario televisivo.
Verranno infine organizzate quattro conferenze tematiche: la prima, l’8 gennaio a Budapest, sul riconoscimento del volontariato; una seconda in primavera sul contributo del volontariato alla società; una terza a ottobre sul tema dell’autonomia e della responsabilità delle organizzazioni di volontari; infine, a dicembre, la conferenza conclusiva sulle sfide future.
(Fonte Eyv 2011 Alliance)

Medici Senza Frontiere supporta la diffusione del nuovo vaccino contro la Meningite

Un nuovo promettente vaccino che potrebbe prevenire in Africa la futura diffusione della forma più mortale di meningite, verrà somministrato alla popolazione del Mali e del Niger con il sostegno dell’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF). La campagna di vaccinazione contro la Meningite meningococcica A è portata avanti in collaborazione con le autorità sanitarie di entrambi i paesi.
“Questo vaccino potrebbe prevenire efficacemente nuove epidemie di Meningite A in futuro”, dichiara Florence Fermon, Policy advisor di MSF per i vaccini. “Tuttavia, affinché l’impatto si possa realmente percepire, è necessario un piano per una sufficiente diffusione del nuovo vaccino nei 25 paesi africani più colpiti dal rischiodi epidemie”.
Gli sforzi di MSF sono parte di una campagna di vaccinazione più vasta condotta dai Ministeri della Salute in Niger, Mali, Burkina Faso e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. MSF sta pianificando il supporto al Ministero della Salute in Niger per la vaccinazione di 600.000 persone di età compresa fra 1 e 29 anni nei distretti di Dosso e Boboye. In Mali, le equipe di MSF vaccineranno 800.000 persone nei distretti di Koulikoro, Kati e Kangaba.
Per anni MSF ha aumentato la sua risposta nelle emergenze dovute all’insorgere della malattia nella cosiddetta “cintura della meningite” (meningitis belt) africana, un’area che si estende dal Senegal all’Etiopia che viene regolarmente colpita da epidemie. Nel 2009, MSF ha vaccinato più di 7 milioni di persone per la Meningite A. Ma il vaccino polisaccaridico finora disponibile, offrendo una protezione di soli 3 anni, limita il tentativo di MSF di rallentare e bloccare un’epidemia quando è in corso.
“Vi sono enormi benefici legati a questo vaccino: la protezione può durare 10 anni: ciò significa che possiamo vaccinare le persone prima che l’epidemia colpisca e, di fatto, prevenirla”,prosegue Florence Fermon. “Inoltre, può essere somministrato a bambini di età inferiore ai 2 anni. E, fattore ancora più importante, vi sono ulteriori benefici: il vaccino fermerà la trasmissione del batterio all’interno della popolazione eliminando il contagio interpersonale. Questo significache le persone vaccinate non trasmetteranno il batterio a chi non lo è”.
Tuttavia restano alcune sfide: devono essere ancora trovati i finanziamenti per vaccinare la popolazione negli altri 22 paesi lungo la "cintura della meningite" e bisogna ancora sviluppare un piano strutturato per la diffusione del vaccino.
“Grazie ad un modo innovativo di fare ricerca e sviluppo, nel quale la necessità di avere un vaccino economico è stata un fattore essenziale fin dall’inizio, questo vaccino costa solo 40 centesimi di dollaro a dose”, dichiara Tido von Schoen-Angerer, direttore della Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali di MSF.“Tuttavia, malgrado il suo basso costo, nessun donatore internazionale ha offerto un supporto finanziario alla diffusione del vaccino, oltre i primi tre paesi. Le autorità nazionali dovrebbero ricevere il sostegno necessario a vaccinare un numero sufficiente di persone. Inoltre, deve essere assicurata la vaccinazione automatica di tutti i bambini al compimento del primo anno di età, come parte del processo di immunizzazione di routine. Non possiamo permetterci di perdere l’opportunità di fermare questa mortalemalattia”.
Per informazioni www.medicisenzafrontiere.it

Affido condiviso a distanza

La Cassazione rafforza l'istituto dell'affido condiviso. Infatti il minore può essere affidato a entrambe i genitori anche quando uno dei due vive con il figlio all'estero.
A decretare che l'oggettiva lontananza non è una preclusione per l'istituto introdotto con la riforma del 2006 è stata la Cassazione che, con la sentenza n. 24526 di ieri, ha accolto il primo e il terzo motivo del ricorso presentato da un padre italiano che aveva avuto una bambina con una rumena.
La donna, dopo aver ottenuto l'affidamento esclusivo della piccola, si era trasferita nel suo paese d'origine. Lui si era sempre opposto alla lontananza con la figlia anche se i giudici di Bucarest e la Corte d'appello di Bologna avevano dettagliatamente regolato le visite.
Così lui ha fatto ricorso in Cassazione contro la decisione dei magistrati emiliani che, data la distanza fra le due residenze (fra l'altro la donna in un primo momento era scappata in Romania con la figlia), avevano escluso la possibilità di un affidamento condiviso.
La prima sezione civile del Palazzaccio ha invece interpretato le norme classe 2006 in senso opposto, sostenendo espressamente che anche se i genitori vivono in stati diversi il bambino può essere affidato ad entrambi.
Sul punto si legge in sentenza che «alla regola dell'affidamento condiviso dei figli può derogarsi solo ove la sua applicazione risulti pregiudizievole per l'interesse del minore, con la duplice conseguenza che l'eventuale pronuncia di affidamento esclusivo dovrà essere sorretta da una motivazione non solo più in positivo sulla idoneità del genitore affidatario, ma anche in negativo sulla inidoneità educativa ovvero manifesta carenza dell'altro genitore». Ma non è ancora tutto. Nel passaggio successivo la Suprema corte ha chiarito che «l'oggettiva distanza esistente tra i luoghi di residenza dei genitori non preclude la possibilità di un affidamento condiviso del minore ad entrambi i genitori, potendo detta distanza incidere soltanto sulla disciplina dei tempi e delle modalità della presenza del minore presso ciascun genitore (artt. 155, comma 2, e 155 qua-ter, comma 2, e.e.)».
Insomma l'unico impedimento all'affido condiviso resta il pregiudizio che il minore può avere da una decisione sbagliata. Ma nel caso sottoposto all'esame della Corte i giudici di merito avevano accertato che sia il padre sia la madre avevano con la bambina un ottimo rapporto. Infatti i giudici bolognesi avevano espressamente affermato che «allo stato non sono in discussione le capacità genitoriali dei due, entrambi adeguati e con un buon rapporto con la piccola», e quindi «precludere la possibilità di un affidamento condiviso del minore è lecito solo quando si traduca in un comportamento, da parte di uno dei genitori, che escluda l'altro dal pari esercizio della potestà genitoriale, così da rendere non rispondente all'interesse dei figlio l'adozione, nel caso concreto, del modello legale prioritario di affidamento». Non va comunque trascurato, ha poi aggiunto la prima sezione civile, che la distanza fra le due abitazioni non deve compromettere le visite e quindi il rapporto con uno dei genitori. E infatti «l'affidamento condiviso del minore ad entrambi i genitori non è incompatibile con il mantenimento della collocazione del minore stesso presso l'abitazione della madre, qualora il giudice del merito ritenga tale collocazione meglio rispondente all'interesse di detto minore e alla migliore esplicazione delle modalità dell'affidamento condiviso, salvaguardati comunque, attraverso la previsione di adeguate modalità di visita e di incontri periodici, l'esercizio dell'affidamento condiviso anche da parte dell'altro genitore e il legame del minore».
(Fonte Italia Oggi)

Adozioni Vietnam: a dicembre firma della Convenzione Aja e novità su procedure adottive

Si è svolta la settimana scorsa ad Hanoi una riunione del gruppo di lavoro previsto dall’accordo bilaterale Italia-Vietnam per definire le nuove modalità sulle procedure adottive nel Paese asiatico. Vietnam, che proprio a dicembre firmerà l’adesione alla Convenzione dell’Aja che entrerà in vigore solo dopo 3 mesi con il deposito della ratifica da parte dell’ambasciatore vietnamita in Olanda.
Durante gli incontri svoltisi ad Hanoi è stato confermato che sarà applicata la procedura prevista dalla vecchia legge per tutti gli abbinamenti formalizzati dai dipartimenti delle province entro il 31/12/2010, anche se non ancora autenticati dall’International Adoption Department (IAD).
E’ stato inoltre dichiarato che il Dipartimento per le Adozioni Internazionali, solleciterà le province ad accelerare i tempi delle procedure ma questo tuttavia non annullerà e/o varierà quelli che sono, di fatto, i tempi legislativi necessari per dichiarare l’adottabilità di un bambino.
Per tutte le procedure che non avranno un abbinamento alla data del 31 dicembre prossimo viene confermata la disponibilità a prenderle in analisi immediatamente alla riapertura delle adozioni nel secondo semestre 2011. Pertanto per allora sarà necessario solo aggiornare i documenti che a quella data risulteranno scaduti, tipo certificati penali o certificati medici.
Il Dipartimento per le Adozioni Internazionali vietnamita prevede che per il mese di Aprile possa essere presentata da parte degli Enti stranieri la domanda di accreditamento che comporterà, da parte dello stesso IAD, la verifica delle competenze dello staff di ogni singolo Ente nel paese.
La nuove procedure stabilite durante l’incontro bilaterale garantiranno anche la possibilità di adottare bambini con età superiore ai 5 anni e quindi non solo dei neonati.
Viene inoltre stabilito un doppio controllo della disponibilità dei bambini adottabili prima a livello di Adozione Nazionale, e nel caso non ci sia una soluzione idonea, successivamente si passerà all’Adozione Internazionale, nel rispetto dei principi della Convenzione dall’Aja.
(Fonte Aibi)

mercoledì 1 dicembre 2010

Meeting del Volontariato 2010

Si terrà i giorni 11 e 12 dicembre, presso i padiglioni 9 e 10 della Fiera del Levante la V edizione del Meeting del Volontariato.
Incontri, dibattiti, mostre, musica, animazione, stand pieni di colori e tanti, tanti volontari.
Il Meeting del Volontariato è tutto questo e altro ancora.
Con il tema di quest’anno “Solidarietà: un lavoro per ciascuno, un bene per tutti” desideriamo conquistare una maggiore coscienza dell’origine di questa tensione ideale per camminare con più certezza e tenacia.
La solidarietà riconduce ognuno alla ragione ultima del proprio agire senza la quale non può esserci permanenza e positività nel reale, né vera costruzione di opere che siano il segno di un bene per tutti.
L'Associazione per il sostegno e l'adozione dei minori "I colori del mondo" è lieta di annunciare che anche quest'anno sarà presente con un proprio stand, dove sarà messo a disposizione di chi vorrà venirci a trovare, documentazione riguardante i progetti nei quali siamo attualmente coinvolti, con materiale fotografico, video, brochure ecc....
Inoltre l'Associazione dedicherà uno spazio all'esposizione di prodotti dell'artigianato etnico.
Siete tutti invitati a venirci a trovare!

Giornata Internazionale delle persone con disabilità

Il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità.
La Giornata, istituita nel 1981 (Anno Internazionale delle persone disabili), intende promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza dei temi della disabilità, sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.
In Italia la ricorrenza viene onorata, tra le altre iniziative, con una cerimonia che avrà luogo a Roma e vedrà la presenza del Ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna. L’evento, infatti, è organizzato dal Ministro per le Pari Opportunità in collaborazione con le federazioni delle persone con disabilità FAND e FISH e con il CIP, il Comitato Italiano Paralimpico.
L’occasione per rammentare, in modo volutamente simbolico, la condizione delle persone con disabilità nel nostro Paese è offerta da una cerimonia di premiazione di “coloro che si sono distinti nella società per stigmatizzare la discriminazione che le persone con disabilità subiscono e per mettere in evidenza le buone pratiche di inclusione”.
Informazioni ed iscrizioni presso la Segreteria FISH: tel. 06.78851262, fax 06.78140308, email: presidenza@fishonlus.it

Giornata mondiale di lotta all’Aids

“Lights for Rights – Luce sui Diritti” è lo slogan scelto dalla World Aids Campaign per questo primo dicembre 2010. I temi al centro di questa edizione sono i diritti umani e l’accesso universale a prevenzione, cure e trattamenti. Anche in Italia i diritti, in tema di Hiv, sono disattesi se non violati.
I diritti delle persone che vivono con l’Hiv, che sono tantissime, almeno 160.000, che devono combattere per il rispetto della loro privacy e dei loro diritti in ambito lavorativo, o sanitario, basti pensare alla inaccettabile disparità rispetto all’accesso a cure e trattamenti nelle varie regioni. I diritti di tutti, per l’assenza di campagne nazionali di prevenzione, e per le difficoltà nel fare il test Hiv, che purtroppo ancora oggi non può venire considerato un semplice esame diagnostico, visto il forte stigma tutt’ora presente.
La Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids nella Giornata mondiale di lotta all’Aids continua la sua campagna nazionale integrata YES WE CONDOM di promozione dell’uso del preservativo. Che si arricchisce di nuove immagini: dopo giovani donne e uomini, propone i volti di una donna adulta, di una giovane coppia omosessuale e di una coppia etero non più giovane.
Accesso alla prevenzione significa promuovere, oltre che fornire, tutti gli strumenti disponibili per il diritto alla salute di tutte le fasce di popolazione. Il preservativo è uno dei più importanti di questi strumenti, nonostante in Italia si tenda a dimenticarlo. La lotta all’Aids si svolge su molti fronti, e tutti gli strumenti vanno sostenuti. In assenza di campagne istituzionali, nazionali o locali, la Lila continua a sostenere il preservativo anche nelle scuole e nelle università, dove si formano gli adulti di domani.
I dati parlano chiaro. Ogni due ore si registra una nuova infezione da Hiv, oltre 4mila ogni anno, e per la stragrande maggioranza sono dovute a rapporti sessuali non protetti. Nonostante questo, e nonostante i dati in crescita per tutte le altre malattie a trasmissione sessuale, sui condom in Italia non si fa informazione né promozione. In tutto il mondo ci sono campagne istituzionali sull’importanza dell’uso del preservativo, programmi di distribuzione gratuita, politiche di riduzione dei prezzi. In Italia no. E l’Iva resta al 20 per cento. Nel Country Report inviato all’Onu dall’Italia quest’anno, si ammette che in questo paese non si sono mai fatti, negli ultimi anni e non solo, programmi di promozione dell’uso dei preservativi in alcuna popolazione, né campagne dirette agli uomini che fanno sesso con uomini, o alle lavoratrici e ai lavoratori del sesso, anche solo informative. Siamo un caso unico in Europa e non solo.
Per le nostre promesse mancate al Fondo Globale per la lotta all’Aids, alla Tubercolosi e alla Malaria invece siamo un caso unico al mondo. L’Italia non ha versato le quote pattuite per il 2009 e il 2010 e non ha preso alcun impegno per il trienno 2011/2013. Nella legge Finanziaria, il Fondo Globale è stato infine cancellato. Nella Giornata mondiale di lotta all’Aids avremmo volentieri fatto a meno di questo primato. Se l’incidenza di infezione da Hiv ha registrato un calo globale negli ultimi anni, come ha appena comunicato l’Unaids, è soprattutto grazie all’azione del Fondo Globale. Togliere il proprio appoggio economico significa disconoscere i risultati, proprio nel momento in cui andrebbero sostenuti. Significa, letteralmente, togliere farmaci e cure a milioni di persone.
L’anno che si chiude è stato segnato dalla mancata partecipazione dell’Italia alla Conferenza mondiale sull’Aids di Vienna. Nel 2011 la Conferenza mondiale su patogenesi, trattamento e prevenzione, la più importante conferenza scientifica internazionale, si terrà a Roma. La Lila chiede che sia un’occasione, insieme a questo 1° dicembre, per ripensare le politiche nazionali e globali sulla lotta all’Aids.
Per informazioni: www.lila.it/
(Fonte Volontariato Oggi)

Carfagna, lotta a violenza si fa con leggi e prevenzione

Leggi severe, che comprendano l'adescamento via web tra le forme di violenza punite dal codice, prevenzione, con campagne come quella presentata oggi, una corretta informazione per far sapere alle vittime che lo Stato e' dalla loro parte e agli aguzzini che difficilmente potranno sfuggire alla giustizia''. Cosi' il ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna, alla chiusura della Conferenza organizzata dal Consiglio d'Europa e dal Ministero per le Pari Opportunita' in occasione del lancio della campagna contro la violenza sui minori dal titolo ''Uno su cinque''.
''Le violenze sui minori sono frequentemente commesse da conoscenti o amici e, per questa ragione, e' necessario insegnare ai ragazzi come difendersi, cosa e' lecito e cosa no. Aumentano, seppur in un quadro che non ci preoccupa, i casi di violenze o adescamenti commessi attraverso internet e, di conseguenze, e' importante che si arrivi presto al voto definitivo sulla Convenzione di Lanzarote, che attende soltanto il voto definitivo della Camera. Gia' recepita dal Consiglio dei ministri prevede infatti la creazione del reato di ''adescamento via web'' e raddoppia i termini di prescrizione in modo da permettere alle vittime di denunciare una violenza anche da adulti'', ha aggiunto Carfagna.
Alla giornata finale della Conferenza, aperta ieri alla presenza del Capo dello Stato e del cardinale Renato Raffaele Martino, hanno partecipato la vicesegretario del Consiglio d'Europa, Maud De Boer Buquicchio, la senatrice del Pd Anna Serafini, il presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo, il direttore generale di Save the children, Valerio Neri, il direttore della Polizia Postale, Antonio Abruzzese. ''La lotta contro la violenza sui minori e' senza colore e la si deve fare, come gia' accade, tutti insieme: istituzioni, associazioni, ong, forze di polizia'', ha concluso il ministro.
(Fonte Asca)

Il terzo settore e le disabilita’ tra rete, necessita’ e risorse

Le Associazioni e gli Operatori Sociali sono invitati a partecipare attivamente alla TAVOLA ROTONDA DEL TERZO SETTORE sul tema “Il Terzo Settore e la disabilità tra rete, necessità e risorse”,  organizzata per il giorno Venerdì 17 Dicembre 2010 dalle ore 15,00 da Mappa Terzo Settore e Mappa Terzo Settore Social Network, in collaborazione con l’Istituto di Arti Terapie e Scienze Creative di Carmiano (LE),  come importantissimo momento inaugurale del Convegno L' ARTE, LA RELAZIONE E LE DISABILITA', presso l'Auditorium del Conservatorio di Musica Tito Schipa di Lecce.
L’incontro vedrà le Associazioni, le Cooperative e tutti gli Enti attivi nel sociale confrontarsi sui temi legati alle necessità di costituire un rete formale che, alla luce delle difficoltà e delle riduzioni di risorse economiche destinate al settore dopo il 2013, suggeriscono tavoli tematici allargati e partenariati per sfruttare al meglio le opportunità residue concesse.
“Da anni” dice Stefano Centonze, Direttore e Fondatore del progetto Mappaterzosettore.it “stiamo lavorando per fare rete, benché gli operatori sociali debbano, in larga parte, ancora maturare la consapevolezza che il futuro del Terzo Settore è nella condivisione degli obiettivi. E’ finita l’era dei battitori liberi e oggi il sociale è diventato il settore trainante dell’economia nazionale. Questo tavolo tematico intende restituire la giusta dimensione e la giusta importanza all’Associazionismo ed a chi opera nei servizi alla persona, creare sinergie durature nel tempo e puntare i riflettori sulla persistenti difficoltà di sentirsi parte di una rete”.
La tavola rotonda, moderata dalla dr.ssa Maria Grazia De Donatis, sarà aperto con la consegna di una Targa per meriti sportivi a Grazia Turco del team MTB Group di Matino (LE,) per la conquista della Medaglia di Bronzo alle ultime Paralimpiadi, e proseguirà con i Tavoli tematici, il primo sul sociale in generale, il secondo specifico sulle disabilità, oggetto della manifestazione.
Per informazioni http://www.mappaterzosettore.it