venerdì 10 dicembre 2010

Bonus Bebè: riaperti i termini. Domande entro il 31 dicembre 2010

Buone notizie per i genitori che hanno avuto una nascita nel 2009 e non hanno potuto accedere al Fondo di credito per i nuovi nati a causa della scadenza dei termini prevista precedentemente al 30 settembre 2010.
Il Dipartimento per le politiche della famiglia, in collaborazione con l’ABI, ha infatti deciso di riaprire i termini per presentare domanda per il prestito fino all’ammontare di 5000 euro rimborsabili in 5 anni ad un tasso particolarmente vantaggioso. La nuova scadenza è prevista al 31 dicembre 2010.
Possono chiedere un prestito i genitori dei bambini nati o adottati negli anni 2009, 2010 e 2011, senza limitazioni di reddito, attraverso il rilascio di garanzie alle banche e agli intermediari finanziari (Decreto legge n. 185/2008 - art. 4, comma 1 e 1bis).
In caso di esercizio della potestà su più di un minore può essere richiesto più di un finanziamento, mentre è ammesso un solo finanziamento per ogni bambino nato o adottato, anche in caso di potestà o affido condiviso.
Le banche e gli intermediari finanziari che aderiscono all'iniziativa si sono impegnati ad applicare ai finanziamenti garantiti dal Fondo un tasso annuo effettivo globale (TAEG) fisso, non superiore al 50% del tasso effettivo globale medio (TEGM) sui prestiti personali, in vigore al momento in cui il prestito è concesso.
Resta comunque facoltà degli istituti di credito l'erogazione del prestito, in quanto la presenza della garanzia del Fondo, permette un tasso agevolato ma non esonera le famiglie dall'obbligo di restituzione alle scadenze pattuite.
La domanda può essere presentata entro il 30 giugno dell'anno successivo alla nascita o all'adozione (per quelli nati nel 2009 la richiesta può essere inviata entro il mese di dicembre 2010).
Per le adozioni nazionali si fa riferimento alla sentenza di affidamento preadottivo o di adozione definitiva. Per le adozioni internazionali si fa riferimento al provvedimento di autorizzazione all'ingresso e alla residenza permanente del minore rilasciato dalla Commissione per le adozioni internazionali, sia per le adozioni pronunciate all'estero che per quelle pronunciate in Italia a conclusione del periodo di affidamento preadottivo.
Per le famiglie dei bambini nati o adottati nell'anno 2009 che siano portatori di malattie rare (individuate dall'elenco di cui all'articolo 5, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124) è previsto, in aggiunta, un contributo che riduce ulteriormente il tasso di interesse (TAEG) allo 0,5%.
In questo caso la domanda può essere presentata entro e non oltre il 31 dicembre 2011 e può essere contestuale rispetto alla richiesta del finanziamento ammissibile alla garanzia del Fondo, oppure successiva, entro il limite di tempo suddetto.
II finanziamento concesso, nella misura massima di 5.000 euro, può essere utilizzato per qualunque tipo di spesa e deve essere restituito in un periodo massimo di cinque anni.
La domanda può essere presentata entro il 30 giugno dell'anno successivo a quello di nascita o di adozione, compilando direttamente presso le banche l'apposito modulo, nel quale viene autocertificato il possesso dei requisiti richiesti e dichiarando:
- le proprie generalità e quelle del minore nato a adottato (specificando in tal caso gli estremi del provvedimento): Nome e Cognome, Luogo e Data di nascita, Codice fiscale
- l'esercizio della potestà genitoriale sul minore, specificando se si esercita tale potestà da solo a insieme ad altro soggetti in caso di esercizio della potestà condiviso, generalità dell'altro soggetto e dichiarazione che è richiesto un solo prestito per ogni minore.
Nel caso di bambini affetti da malattia rara, dovrà essere prodotto anche il certificato di una struttura sanitaria pubblica attestante la patologia sofferta. È possibile estinguere il debito in un'unica soluzione o con rate da concordarsi al momento della sottoscrizione del contratto di finanziamento.
L'arco temporale di restituzione del finanziamento deve essere concordato con la Banca/Intermediario finanziario. In caso di insolvenza, si è soggetti alle ordinarie procedure esecutive per il recupero del credito.
Nel caso in cui risulti che la concessione delle agevolazione e stata determinata da dichiarazioni mendaci o false attestazioni, si provvede alla revoca del finanziamento.
(Fonte Finanza Utile)

Comuni "in rete" per sostenere la famiglia

Promuovere la famiglia come valore sociale e risorsa responsabile, coinvolgendo l'associazionismo: è uno degli obiettivi del Network italiano di città per la famiglia, una rete di Comuni impegnati a costruire modelli di welfare family friendly attraverso lo scambio di buone pratiche. Ne fanno parte, ad oggi, 54 Amministrazioni.
Il Network - fondato il 21 maggio scorso dai Comuni di Bari, Parma, Roma e Varese - è presentato, nella Carta che ne illustra principi e obiettivi pubblicata sul sito web dedicato all'iniziativa, «come piattaforma progettuale tra città che scelgono di porre “la famiglia al centro” della propria attività amministrativa» ed è aperto all'adesione di altre Amministrazioni. L'idea, si legge nella lettera di invito alla presentazione ufficiale del 21 maggio, nasce «dalla comune riflessione intorno alle responsabilità che oggi le amministrazioni comunali sono chiamate ad affrontare in merito alla ritrovata centralità attribuita alla famiglia, intesa come primo soggetto di welfare locale».
Partecipando alla rete, ogni città, recita la Carta, «si impegna a valorizzare il confronto attivato nel Network con l'assunzione di scelte concrete, da realizzarsi nel proprio territorio entro un anno dall'adesione». Le azioni da intraprendere ruotano attorno a quattro temi: una fiscalità locale a misura di famiglia, i meccanismi di presidio delle scelte secondo una prospettiva family friendly, le strategie di valorizzazione del ruolo sussidiario della famiglia e delle associazioni del privato sociale all'interno del welfare locale e la promozione a livello nazionale del fisco a misura di famiglia.
In altri termini, le Amministrazioni che aderiscono al Network si impegnano a: promuovere politiche che favoriscano l'accesso ai servizi o si traducano in agevolazioni tariffarie o fiscali; verificare la possibilità di istituire strutture dedicate alla qualificazione delle scelte del Comune in una prospettiva family friendly; approfondire i meccanismi di attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, che valorizzino la collaborazione delle famiglie, delle loro associazioni e in generale del terzo settore e, infine, far sì che le buone pratiche sperimentate nelle città si traducano in «linee generali di sviluppo».
L'iniziativa si propone, quindi, come spazio di confronto e di condivisione di esperienze, azioni e progetti a sostegno della famiglia, punto di riferimento per i Comuni che aspirano a diventare territori “amici della famiglia”. Lo scambio di riflessioni e analisi sui temi di lavoro descritti nella Carta avverrà nel corso di incontri e seminari concordati dalle città partecipanti su indicazione delle città fondatrici.
Di recente il Network si è dato appuntamento alla Conferenza nazionale della famiglia, che si è svolta a Milano dall'8 al 10 novembre. Durante l'ultima giornata, i sindaci dei Comuni fondatori hanno partecipato alla tavola rotonda Le politiche familiari a livello locale e hanno poi incontrato sindaci e referenti degli altri Comuni aderenti nel corso di una sessione di lavoro interna dedicata a una riflessione sugli strumenti tecnici a disposizione del Network e alla programmazione delle attività future.
(Fonte Minori.it)

5 per mille: Disponibili le Linee guida e il modello di rendiconto

Sono disponibili, nella sezione dedicata al 5 per mille, un apposito modello e le Linee-guida per la compilazione del rendiconto inerente la destinazione delle quote del 5 per mille, obbligatorio per le associazioni e le organizzazioni destinatarie del beneficio, a pena della restituzione delle somme percepite.
In base a quanto previsto dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Finanziaria 2008), l’obbligo di rendicontazione sul 5 per mille deve essere assolto dal beneficiario solo per le somme percepite sulla base della dichiarazione dei redditi dell’anno 2008 e seguenti.
Entro la fine dell’anno 2010 sarà pubblicato un riepilogo complessivo delle somme già liquidate, pari ad oltre 730 milioni di euro, per le dichiarazioni dei redditi del 2006, 2007 e 2008.
Tutti i soggetti che abbiano percepito quote del 5 per mille dell’Irpef sono tenuti a redigere un rendiconto circa la destinazione delle somme percepite, non tutti a inoltrarlo al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Per supportare gli enti del volontariato ad assolvere al proprio obbligo, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha predisposto un modello di rendiconto, accompagnandolo a “Linee guida” che chiariscono termini, modalità, ambito di competenza ed ogni altro onere a cui sono tenuti i soggetti beneficiari, nonché le sanzioni previste in caso di inadempimento.
In allegato:
- Modello di rendiconto
- Linee guida per la rendicontazione
Per informazioni:
Direzione Generale per il Volontariato, l'Associazionismo e le formazioni sociali
Divisione I - Formazioni Sociali e Affari Generali
Via Fornovo, 8 – 00192 Roma, Tel.: 06.4683.4506/4087

Adozioni internazionali Rimborsi più adeguati

Per le adozioni internazionali, sullo sfondo del crollo spaventoso di richieste del 2010, arrivano in chiusura d’anno buone e – ancora, purtroppo – cattive notizie. Le buone riguardano i rimborsi per le famiglie che nel corso del 2009 hanno deciso di accogliere un bambino dall’estero.
Oltre al rimborso forfettario di 1.200 euro (erogato a partire dal 2007) queste ultime saranno, secondo quanto evidenziato da Giovanardi, avvantaggiate: in data 30 novembre, con pubblicazione in Gazzetta proprio oggi, un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri ha infatti stabilito che per le coppie con un reddito annuo fino a 35mila euro siano rimborsabili fino al 50% delle spese sostenute, mentre per quelle con un reddito superiore a tale soglia (ma inferiore a 70mila euro) fino al 30%. Cifre che sostituiscono, dunque, quelle stabilite dal Fondo per le adozioni internazionali a partire dal 2005, che prevedevano il rimborso di un massimo di 6 o 4mila euro a seconda delle fasce di reddito. E che ci si auspica, ora, valgano anche per le coppie che hanno portato a termine un’adozione nel 2010: non 4mila (cifra che si riferisce al 2009, per l’appunto) ma, fino ai dati disponibili dello scorso agosto, solo 2.564, cioè ben il 30% in meno.
Altra buona notizia, quella relativa al Fondo di credito per i nuovi nati, che – lo ricordiamo – riguarda anche tutti i bambini adottati e che negli ultimi due anni è stato alimentato con 25 milioni di euro annui per garantire le banche per l’eventuale insolvenza dei prestiti che saranno concessi ai nuclei con bebè (l’interesse, che potrà poi essere migliorato dai singoli istituti aderenti, è fissato al 50% del tasso effettivo medio e prevede un massimo di 5mila euro per finanziamento). Ebbene, lo scorso 2 dicembre sono stati riaperti i termini per i nati nel 2009, fissata precedentemente al 30 settembre 2010, e i genitori che hanno avuto una nascita nel 2009 potranno presentare la domanda di accesso al prestito entro il 31 dicembre.
Sul tavolo, però, rimangono ancora dei nodi. Primo fra tutti, quel dato sul calo spaventoso delle adozioni di bimbi dall’estero nel 2010, che trova senz’altro origine nella drammatica congiuntura economica (la crisi scoraggia, anche psicologicamente, gli aspiranti genitori adottivi), ma anche nell’aumento dei costi: le adozioni internazionali sono sempre più “care”, le famiglie spendono circa 20mila euro tra viaggi e spese di mediazione. E non è un caso se, nello stesso decreto citato dal sottosegretario Giovanardi, si ravvisa proprio come sia «opportuno – recita il testo – modificare i criteri per l’erogazione dei rimborsi applicati negli anni precedenti in considerazione dell’intervenuta costante lievitazione dei costi di viaggio e soggiorno all’estero».
E poi, certo, rimane aperta la questione dei fondi. Che, sebbene in parte legati al budget della presidenza del Consiglio (non “toccato” dalla Legge di stabilità approvata martedì sera in Senato), per quella più consistente fanno capo a quel Fondo per le politiche della famiglia che invece, dalla Finanziaria, è risultato fortemente penalizzato. Il fondo, che finanzia tutti i progetti per la famiglia, ha infatti assistito a un taglio drastico: se nel 2008 aveva contato su 346,5 milioni di euro, nel 2009 ha dovuto fare i conti con la metà di quei soldi (186,6 milioni di euro), nel 2010 con 185 milioni e – questo l’allarme – sia nel 2011 che nel 2012 dovrà farli con appena 52,5 milioni di euro. Un ridimensionamento contestato negli ultimi mesi, e anche nel corso della Conferenza della famiglia di Milano un mese fa, dal Forum delle associazioni familiari.
Viene da chiedersi come, con queste cifre, potranno essere mantenuti i 25 milioni stanziati al sostegno delle adozioni internazionali e gli altrettanti 25 milioni stanziati per il Fondo nuovi nati di cui sopra, visto che le voci – due di almeno un’altra quindicina su cui spalmare il budget – da sole lo esaurirebbero quasi totalmente.
(Fonte Avvenire)

La condanna non preclude l'affidamento

Non basta una sentenza penale, neppure passata in giudicato e nonostante sia relativa a reati commessi nel contesto della separazione, a giustificare l'affidamento esclusivo a uno solo dei genitori. Alla regola generale dell'affidamento condiviso, ha stabilito ieri la Sesta sezione civile della Cassazione (24841/10), si può infatti derogare solo se la sua applicazione risulti «pregiudizievole per l'interesse del minore».
Il caso portato davanti ai giudici di legittimità riguardava una giovane madre pugliese accusata di calunnia nei confronti del convivente, padre dei suoi figli, e poi anche condannata in primo grado; la donna aveva denunciato il partner per abusi sessuali sulla figlia di tre anni, pur sapendolo innocente.
Sulla scorta di quella pronuncia il tribunale dei minorenni aveva affidato i due figli maschi al padre e la bimba alla mamma, mentre la Corte d'appello aveva poi reintegrato entrambi i genitori nella potestà genitoriale dei tre figli, ma affidato la prole in via esclusiva al padre. Secondo la Sesta civile, però, il giudice di appello in quel modo aveva posto a fondamento della propria decisione fatti lontani nel tempo, non ancora cristallizzati in un provvedimento definitivo, ma soprattutto senza dimostrare perché «quelle vicende renderebbero, in rapporto all'attualità, del tutto evidente l'inidoneità della madre a svolgere adeguatamente e responsabilmente il ruolo materno». Invece il giudice, al momento di derogare al regime standard di affidamento condiviso, è tenuto a motivare «non più solo in positivo sulla idoneità del genitore affidatario, ma anche in negativo sulla inidoneità educativa ovvero manifesta carenza dell'altro genitore», come prevede una giurisprudenza ormai costante (16593/2008 e 26587/2009). Pertanto le vicende intercorse tra i due ex conviventi, «anche se strettamente correlate al loro ruolo di genitori e ai loro rapporti con i figli» non sono sufficienti a sorreggere l'affidamento esclusivo, tantomeno a sostenere, come fa «apoditticamente» la corte di merito «il grave pregiudizio che la piccola ha subito e subirebbe rimanendo affidata alla madre».
(Fonte Il Sole 24ore)

martedì 7 dicembre 2010

Via al rimborso spese sostenute per adozioni concluse nell’anno 2009

In data 3 dicembre 2010 è stato registrato il D.P.C.M. contenente le modalità di presentazione delle domande di rimborso delle spese sostenute per adozione internazionale, con riferimento alle adozioni internazionali di minori stranieri, il cui ingresso e la residenza permanente in Italia siano stati autorizzati nel periodo compreso tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2009.
Il Decreto ed i relativi allegati saranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana in data 9 dicembre.
I coniugi che hanno concluso l’adozione nell’anno 2009 possono pertanto presentare le domande di rimborso utilizzando gli appositi modelli. Le domande di rimborso devono essere presentate entro il 31 gennaio 2011 e saranno istruite in base all’elenco cronologico di presentazione.
I modelli possono essere scaricati selezionando: Decreto e Allegati

Unicef, quale futuro per il Pakistan?

Dopo oltre quattro mesi dalle peggiori alluvioni nella storia del Paese, l'UNICEF avverte che con l'arrivo dell'inverno si aggraveranno i rischi per i bambini del Pakistan, che già soffrono alti tassi di infezioni respiratorie acute e malnutrizione.
Si stanno diffondendo rapidamente nuovi casi di poliomielite: dagli 89 registrati nel 2009 si è passati ai 126 di quest'anno. Questo rappresenta motivo di enorme preoccupazione, specialmente perché il Pakistan aveva ottenuto importanti successi nell'eradicazione della polio. Il Pakistan è uno dei quattro paesi del mondo dove questa patologia è endemica e la rallentata diffusione della copertura nelle aree affette da difficoltà di sicurezza nel Nord, l'affollamento e le condizioni sanitarie precarie risultate dalle alluvioni hanno aggravato i rischi per i bambini.
"La conclusione di questa crisi è ancora lontana; lo stato dell'emergenza si è evoluto in maniera differente, da una parte all'altra del Pakistan e gli interventi umanitari hanno dovuto adattarsi rapidamente per raggiungere le donne e i bambini che ne avevano bisogno, poiché le loro necessità cambiavano di ora in ora", ha detto Daniel Toole, Direttore regionale dell'ufficio UNICEF per l'Asia meridionale. "Nonostante molte persone siano ritornate nelle proprie aree di provenienza, molti al loro rientro hanno trovato solo distruzione - niente case, niente raccolto, niente cibo e niente denaro.  Nel Nord è caduta la neve e stiamo distribuendo vestiti invernali e forniture per aiutare le famiglie a prepararsi per il duro inverno, mentre nel sud il lento deflusso delle acque lascia oltre un milione di persone ancora in attesa. L'arrivo del freddo aumenterà il numero delle infezioni respiratorie e la malnutrizione, due dei maggiori killer dei bambini del Pakistan".
Un quinto del territorio del Pakistan è stato devastato dalle alluvioni monsoniche che hanno colpito 20,3 milioni di persone. Circa 10.000 scuole e centri sanitari rurali sono stati danneggiati dalle alluvioni e importanti infrastrutture sono state distrutte o gravemente danneggiate, inclusi i sistemi idrici e sanitari, i ponti e le strade. Sin dalla prima fase delle alluvioni, l'UNICEF ha fornito acqua potabile a circa 2,8 milioni di persone giornalmente e attrezzature sanitarie a oltre 1,5 milioni di persone. L'UNICEF l'OMS e il Governo del Pakistan hanno unito le forze e hanno vaccinato oltre 9 milioni di persone contro il morbillo e la polio. I supplementi nutritivi sono stati distribuiti a circa 300.000 donne in gravidanza  e madri con bambini piccoli, oltre che a bambini malnutriti. Attraverso i centri di apprendimento temporanei è stata ripristinata l'istruzione per 106.500 bambini e 104.400 donne e bambini sono stati messi al riparo dal rischio di abuso, abbandono e sfruttamento attraverso gli spazi a misura di bambino dopo le alluvioni.
In previsione dell'inverno l'UNICEF ha iniziato a distribuire vestiti pesanti e coperte per i bambini. Nonostante ciò milioni di famiglie ancora hanno bisogno di assistenza in termini di acqua, medicine, supplementi nutritivi per sopravvivere nei prossimi mesi, specialmente quelli che vivono nel nord del paese dove l'inverno è alle porte. "La dimensione di questa crisi rimane impressionante. L'impatto delle inondazioni in Pakistan sarà sentito anche negli anni a venire, quindi quanto più riusciamo a fare adesso tanto più i bambini e le famiglie avranno la possibilità di ristabilirsi, questo significa che abbiamo bisogno di fondi urgenti per fare al meglio il nostro lavoro" sostiene Toole. L'UNICEF ha bisogno di 82,1 milioni di dollari per continuare con i programmi salvavita e di recupero. Inoltre per espandere il sostegno fortemente necessario per far fronte alla dilagante malnutrizione e per fermare la diffusione della polio sono necessari fondi addizionali urgenti per fronteggiare le necessità che continueranno nel 2011.
(Fonte La Repubblica)

Amnesty, un tulipano contro la mortalita' materna

'Prendendoti cura del tulipano aiuterai a difendere i diritti umani nel mondo'. E' l'invito di Amnesty International che sabato e domenica sara' in 150 piazze italiane per offrire un bulbo di tulipano giallo in cambio di un'offerta per finanziare i progetti dell'organizzazione nella lotta contro la mortalita' materna. Ogni anno 350.000 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, ricorda l'organizzazione. Molte di queste morti, drammaticamente diffuse tra le donne che vivono in poverta', possono essere evitate. Per fermare questa tragedia Amnesty ha lanciato una campagna mondiale per chiedere ai governi che l'assistenza ostetrica d'urgenza sia disponibile per ogni donna, che siano eliminati i costi che ostacolano l'accesso alle cure mediche di base e che sia rispettato e tutelato il diritto delle donne al controllo sulla loro vita sessuale e riproduttiva. Fino al 12 dicembre e' possibile sostenere la campagna 'contro la mortalita' materna' anche inviando al numero 45506 un sms del valore di 2 euro da cellulare privato Tim, Vodafone, Wind, 3 e CoopVoce o chiamando lo stesso numero da rete fissa e donare cosi' 5 o 10 euro da Telecom Italia oppure 5 euro da Infostrada. Grazie alle donazioni Amnesty potra' realizzare una serie di interventi in Peru', uno dei Paesi con il piu' alto tasso di mortalita' materna di tutta l'America Latina, in Sierra Leone, dove piu' che in qualsiasi altra parte del mondo le donne rischiano di perdere la vita durante il parto, in Burkina Faso, dove ogni anno 2.000 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza, e nei ricchi Stati Uniti d'America in cui, nonostante la spesa sanitaria sia tra le piu' alte nel mondo, a morire sono ancora le donne che appartengono a minoranze etniche o a comunita' native. 
(Fonte AGI Mondo)

Telethon compie 20 anni

Telethon compie vent'anni. Una ricorrenza che quest'anno si svolgerà come al solito sulle reti Rai dal 17 al 19 dicembre. "Solidarietà, merito, ricerca, trasparenza: sono le parole chiave - ha sottolineato il presidente della Camera Gianfranco Fini, durante la presentazione di Telethon a Montecitorio - che ispirano Telethon: quasi un programma politico, nel senso autentico del termine, se polis vuol dire interesse politico della città".
"Ci sono voluti vent'anni di lavoro, ma adesso - ha affermato il presidente di Telethon Luca Cordero di Montezemolo - la parola ‘cura' non è più un tabù. Le malattie genetiche possono essere sconfitte. La fiducia degli italiani è stata ben riposta ed ora è il momento di insistere". "Nell'anno che si chiude - ha invece ricordato la direttrice generale di Telethon, Francesca Pasinelli - abbiamo ottenuto due importanti successi: nel mese di aprile abbiamo dato il via a due nuovi studi clinici su 14 bambini che mirano a dimostrare la validità della terapia genica messa a punto nei nostri laboratori. Ad ottobre poi abbiamo siglato insieme al San Raffaele di Milano un accordo con una multinazionale farmaceutica che, poggiandosi sui risultati della ricerca sviluppata presso l'Istituto San Raffaele Telethon di Milano, punta a garantire a tutti i pazienti nel mondo entro pochi anni la fruibilità delle terapie per sette malattie".
Ma di fronte al presidente della Camera Gianfranco Fini, dal quale ha trovato sostegno, il presidente di Telethon non ha esitato a parlare della "inaccettabile" penalizzazione della ricerca e del volontariato. Montezemolo ha criticato i tagli decisi dalla finanziaria al 5 per mille che, assicura, "che ci tolgono trequarti dei fondi disponibili e ci costringono a rinunciare a due milioni di euro per far avanzare la ricerca". "Mi auguro, e non sono il solo, che alle preoccupazioni per la diminuzione dei fondi disponibili attraverso il meccanismo del 5 per mille, faccia seguito un vasto e corale impegno per ripristinare pienamente tali risorse" ha affermato il presidente della Camera.
Intanto la macchina di Telethon ha dimostrato di non perdere colpi e il professor Andrea Ballabio, direttore dell'istituto Telethon di Napoli, ha annunciato la nascita di un laboratorio Telethon presso il Texas Children's Hospital di Huston. Il centro sarà dedicato allo studio di malattie neurologiche dei bambini, voluto da un'associazione americana di pazienti, la Beyond Batten Disease Foundation, fondata nel 2008 da Craig e Charlotte Benson, dopo che alla loro figlia Christiane è stata diagnosticata una grave malattia lisosomiale, il morbo di Batten. "Nell'anno che si chiude - ha invece ricordato la direttrice generale di Telethon, Francesca Pasinelli - abbiamo ottenuto due importanti successi: nel mese di aprile abbiamo dato il via a due nuovi studi clinici su 14 bambini che mirano a dimostrare la validità della terapia genica messa a punto nei nostri laboratori. Ad ottobre poi abbiamo siglato insieme al San Raffaele di Milano un accordo con una multinazionale farmaceutica che, poggiandosi sui risultati della ricerca sviluppata presso l'istituto San Raffaele Telethon di Milano, punta a garantire a tutti i pazienti nel mondo entro pochi anni la fruibilità delle terapie per sette malattie".
(Fonte RAI)

Ue: i minori non accompagnati “bocciano” la procedura di asilo

Nel corso di una conferenza di due giorni che si terrà a Bruxelles oggi e domani sui diritti dei minori, l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) ha presentato – assieme a un rapporto comparativo sui diritti dei minori in Europa – un’indagine sulla situazione attuale dei minori non accompagnati richiedenti asilo. L’inchiesta è stata condotta sul campo con interviste a 336 minori provenienti per lo più da Afghanistan (22%), Marocco (10%), Somalia (10%) e Iraq (9%), oltre a 302 adulti che lavorano con questi minori o ne sono responsabili. Il quadro che ne emerge mette in luce le mancanze che l’Europa ancora non ha colmato nel rispetto dei diritti di questi minori come sanciti dai trattati internazionali, che hanno alla base “il miglior interesse del minore”.
Innanzitutto, in certi casi avviene che i minori vengano ospitati in strutture in cui sono a contatto con adulti che non hanno responsabilità su di loro: una situazione assolutamente da evitare secondo gli esperti e i lavoratori sociali intervistati. L’ideale per loro sono strutture piccole e in prossimità delle città, in cui il grado di vita autonoma varia in base all’età del minore. Ad ogni modo, i minori si dicono generalmente soddisfatti dal lavoro fatto da chi li assiste, apprezzando moltissimo l’impegno con cui questi si prodigano per loro. Meno rosea invece la relazione coi servizi sanitari e con la procedura di asilo.
Nel primo caso, alcuni minori si sono lamentati per il fatto di non aver ricevuto la sufficiente attenzione quando stavano male, e altri si sono visti negare una visita specialistica. Viene anche richiesta una maggiore attenzione agli aspetti psicologici, spesso sottovalutati. L’intera esperienza di richiedente asilo può essere infatti molto traumatica, soprattutto se si conclude con un respingimento della domanda, fatto che i minori vedono spesso come un insuccesso personale.
Inoltre molti aspetti della procedura rimangono oscuri, e le varie informazioni vengono raramente comunicate in un modo comprensibile per un minorenne. Inoltre, l’intervista viene spesso svolta con atteggiamento intimidatorio, più simile a un interrogatorio che a un colloquio per accertare in fatti, e con interpreti che i minori sentono, se non ostili, poco affidabili e qualificati. L’intervista viene spesso condotta (secondo la percezione dei minori) partendo dal presupposto che il richiedente asilo sia un bugiardo: questo è per loro un grande peso, riflesso anche nel corso delle visite per stabilire la loro età. A questo proposito, gli operatori segnalano che non essendoci standard europei in materia, questa procedura è spesso inaffidabile in quanto a rischio di interpretazioni soggettive. Viene inoltre lamentata dai minori poca attenzione per i loro bisogni spirituali e per il rispetto dei loro valori religiosi in aspetti quali la cucina, la salute (come bambine visitate da medici maschi) o l’educazione.
In generale, i minori sono consapevoli del valore dell’educazione e vorrebbero poter frequentare le scuole ‘normali’ il prima possibile. Per questo considerano di grande importanza l’apprendimento rapido della lingua del paese ospitante, di modo da potersi sentire come parte della loro nuova comunità. Molti minori cercano di integrarsi con loro pari del paese ospitante, nonostante gli episodi di razzismo siano frequenti nella loro esperienza.
Per quanto riguarda il sostegno legale, molti dei minori e degli adulti intervistati non erano a conoscenza delle possibilità di avere un tutore legale e del suo ruolo, e di come ottenere ad esempio il ricongiungimento famigliare. Un’incertezza che pesa anche sul loro avvenire, visto che molto spesso non è loro chiaro cosa avverrà una volta che compiranno il 18 anno di età, e in quanto maggiorenni, privati di gran parte dell’assistenza ricevuta fino ad allora.
(Fonte Redattore Sociale)

lunedì 6 dicembre 2010

Anno europeo del volontariato 2011, al via la campagna

Parte da Bruxelles la campagna per l’Anno europeo 2011, dedicato al volontariato. Sotto lo slogan “Volontari! Facciamo la differenza!”, la Commissione europea ha presentato le molteplici iniziative previste che prendono il via già oggi e metteranno in luce il lavoro ormai indispensabile dei 100 milioni di volontari attivi in Europa. Da un'indagine Eurobarometro del maggio 2010 risulta che 3 europei su 10 dichiarano di essere impegnati nel volontariato: un’attività che produce vantaggi per l’intera società e i singoli. Il volontariato permette infatti di acquisire conoscenze, mettere a frutto le proprie capacità e ampliare le proprie reti sociali, portando spesso a nuove opportunità di lavoro sociale.
Si stima che il volontariato contribuisca al prodotto interno lordo per un 3-5%. Inoltre, un recente studio ha dimostrato che per ogni euro speso per sostenere l'attività dei volontari le organizzazioni hanno ricavato un rendimento medio compreso tra tre e otto euro. Nella sola Italia ci sono 3 milioni di volontari e oltre 30mila organizzazioni non profit, per un totale di 700mila addetti. Uno degli obiettivi dell’Anno, che gode di un budget di 8 milioni di euro, sarà avvicinare il maggior numero di nuove persone al volontariato, in particolare i giovani, anche grazie all’attrattiva di programmi di scambio come il Servizio volontario europeo. Gli altri obiettivi delineati dalla Commissione, di concerto con l’alleanza di ong che ha promosso fin dall’inizio l’istituzione dell’Anno, riguardano la riduzione degli ostacoli amministrativi e burocratici al volontariato; il conferimento di maggiore autonomia e responsabilità alle organizzazioni di volontariato e il miglioramento della qualità del servizio; premiare e riconoscere le eccellenze nel volontariato e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del settore.
A questo scopo, la Commissione incoraggerà lo scambio di buone pratiche tra gli stati membri e le organizzazioni di volontariato, con particolare attenzione alla formazione dei volontari, all’accreditamento e alla certificazione della qualità del servizio e a un collegamento efficiente ed efficace tra i potenziali volontari e le opportunità di prestare servizio. La Commissione incentiverà anche la costituzione di nuove reti di organizzazioni per favorire gli scambi transfrontalieri e le sinergie tra le organizzazioni di volontariato e altri settori, come ad esempio le imprese.
Nel corso del 2011 saranno anche promossi centinaia di eventi, attività, progetti, sia a livello nazionale che comunitario. Tra questi è previsto un road-show che, nell’arco dei 365 giorni, toccherà tutti i 27 paesi dell’Unione, a cominciare dal Belgio, e nel quale i volontari provenienti da tutta l’Unione presenteranno le loro esperienze e incontreranno politici e cittadini. Prevista anche la creazione di servizi giornalistici audio e video realizzati da 27 reporter volontari sull’attività di 54 organizzazioni di volontari. A fine 2011, questi contenuti saranno utilizzati per un documentario televisivo.
Verranno infine organizzate quattro conferenze tematiche: la prima, l’8 gennaio a Budapest, sul riconoscimento del volontariato; una seconda in primavera sul contributo del volontariato alla società; una terza a ottobre sul tema dell’autonomia e della responsabilità delle organizzazioni di volontari; infine, a dicembre, la conferenza conclusiva sulle sfide future.
(Fonte Eyv 2011 Alliance)

Medici Senza Frontiere supporta la diffusione del nuovo vaccino contro la Meningite

Un nuovo promettente vaccino che potrebbe prevenire in Africa la futura diffusione della forma più mortale di meningite, verrà somministrato alla popolazione del Mali e del Niger con il sostegno dell’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF). La campagna di vaccinazione contro la Meningite meningococcica A è portata avanti in collaborazione con le autorità sanitarie di entrambi i paesi.
“Questo vaccino potrebbe prevenire efficacemente nuove epidemie di Meningite A in futuro”, dichiara Florence Fermon, Policy advisor di MSF per i vaccini. “Tuttavia, affinché l’impatto si possa realmente percepire, è necessario un piano per una sufficiente diffusione del nuovo vaccino nei 25 paesi africani più colpiti dal rischiodi epidemie”.
Gli sforzi di MSF sono parte di una campagna di vaccinazione più vasta condotta dai Ministeri della Salute in Niger, Mali, Burkina Faso e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. MSF sta pianificando il supporto al Ministero della Salute in Niger per la vaccinazione di 600.000 persone di età compresa fra 1 e 29 anni nei distretti di Dosso e Boboye. In Mali, le equipe di MSF vaccineranno 800.000 persone nei distretti di Koulikoro, Kati e Kangaba.
Per anni MSF ha aumentato la sua risposta nelle emergenze dovute all’insorgere della malattia nella cosiddetta “cintura della meningite” (meningitis belt) africana, un’area che si estende dal Senegal all’Etiopia che viene regolarmente colpita da epidemie. Nel 2009, MSF ha vaccinato più di 7 milioni di persone per la Meningite A. Ma il vaccino polisaccaridico finora disponibile, offrendo una protezione di soli 3 anni, limita il tentativo di MSF di rallentare e bloccare un’epidemia quando è in corso.
“Vi sono enormi benefici legati a questo vaccino: la protezione può durare 10 anni: ciò significa che possiamo vaccinare le persone prima che l’epidemia colpisca e, di fatto, prevenirla”,prosegue Florence Fermon. “Inoltre, può essere somministrato a bambini di età inferiore ai 2 anni. E, fattore ancora più importante, vi sono ulteriori benefici: il vaccino fermerà la trasmissione del batterio all’interno della popolazione eliminando il contagio interpersonale. Questo significache le persone vaccinate non trasmetteranno il batterio a chi non lo è”.
Tuttavia restano alcune sfide: devono essere ancora trovati i finanziamenti per vaccinare la popolazione negli altri 22 paesi lungo la "cintura della meningite" e bisogna ancora sviluppare un piano strutturato per la diffusione del vaccino.
“Grazie ad un modo innovativo di fare ricerca e sviluppo, nel quale la necessità di avere un vaccino economico è stata un fattore essenziale fin dall’inizio, questo vaccino costa solo 40 centesimi di dollaro a dose”, dichiara Tido von Schoen-Angerer, direttore della Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali di MSF.“Tuttavia, malgrado il suo basso costo, nessun donatore internazionale ha offerto un supporto finanziario alla diffusione del vaccino, oltre i primi tre paesi. Le autorità nazionali dovrebbero ricevere il sostegno necessario a vaccinare un numero sufficiente di persone. Inoltre, deve essere assicurata la vaccinazione automatica di tutti i bambini al compimento del primo anno di età, come parte del processo di immunizzazione di routine. Non possiamo permetterci di perdere l’opportunità di fermare questa mortalemalattia”.
Per informazioni www.medicisenzafrontiere.it

Affido condiviso a distanza

La Cassazione rafforza l'istituto dell'affido condiviso. Infatti il minore può essere affidato a entrambe i genitori anche quando uno dei due vive con il figlio all'estero.
A decretare che l'oggettiva lontananza non è una preclusione per l'istituto introdotto con la riforma del 2006 è stata la Cassazione che, con la sentenza n. 24526 di ieri, ha accolto il primo e il terzo motivo del ricorso presentato da un padre italiano che aveva avuto una bambina con una rumena.
La donna, dopo aver ottenuto l'affidamento esclusivo della piccola, si era trasferita nel suo paese d'origine. Lui si era sempre opposto alla lontananza con la figlia anche se i giudici di Bucarest e la Corte d'appello di Bologna avevano dettagliatamente regolato le visite.
Così lui ha fatto ricorso in Cassazione contro la decisione dei magistrati emiliani che, data la distanza fra le due residenze (fra l'altro la donna in un primo momento era scappata in Romania con la figlia), avevano escluso la possibilità di un affidamento condiviso.
La prima sezione civile del Palazzaccio ha invece interpretato le norme classe 2006 in senso opposto, sostenendo espressamente che anche se i genitori vivono in stati diversi il bambino può essere affidato ad entrambi.
Sul punto si legge in sentenza che «alla regola dell'affidamento condiviso dei figli può derogarsi solo ove la sua applicazione risulti pregiudizievole per l'interesse del minore, con la duplice conseguenza che l'eventuale pronuncia di affidamento esclusivo dovrà essere sorretta da una motivazione non solo più in positivo sulla idoneità del genitore affidatario, ma anche in negativo sulla inidoneità educativa ovvero manifesta carenza dell'altro genitore». Ma non è ancora tutto. Nel passaggio successivo la Suprema corte ha chiarito che «l'oggettiva distanza esistente tra i luoghi di residenza dei genitori non preclude la possibilità di un affidamento condiviso del minore ad entrambi i genitori, potendo detta distanza incidere soltanto sulla disciplina dei tempi e delle modalità della presenza del minore presso ciascun genitore (artt. 155, comma 2, e 155 qua-ter, comma 2, e.e.)».
Insomma l'unico impedimento all'affido condiviso resta il pregiudizio che il minore può avere da una decisione sbagliata. Ma nel caso sottoposto all'esame della Corte i giudici di merito avevano accertato che sia il padre sia la madre avevano con la bambina un ottimo rapporto. Infatti i giudici bolognesi avevano espressamente affermato che «allo stato non sono in discussione le capacità genitoriali dei due, entrambi adeguati e con un buon rapporto con la piccola», e quindi «precludere la possibilità di un affidamento condiviso del minore è lecito solo quando si traduca in un comportamento, da parte di uno dei genitori, che escluda l'altro dal pari esercizio della potestà genitoriale, così da rendere non rispondente all'interesse dei figlio l'adozione, nel caso concreto, del modello legale prioritario di affidamento». Non va comunque trascurato, ha poi aggiunto la prima sezione civile, che la distanza fra le due abitazioni non deve compromettere le visite e quindi il rapporto con uno dei genitori. E infatti «l'affidamento condiviso del minore ad entrambi i genitori non è incompatibile con il mantenimento della collocazione del minore stesso presso l'abitazione della madre, qualora il giudice del merito ritenga tale collocazione meglio rispondente all'interesse di detto minore e alla migliore esplicazione delle modalità dell'affidamento condiviso, salvaguardati comunque, attraverso la previsione di adeguate modalità di visita e di incontri periodici, l'esercizio dell'affidamento condiviso anche da parte dell'altro genitore e il legame del minore».
(Fonte Italia Oggi)

Adozioni Vietnam: a dicembre firma della Convenzione Aja e novità su procedure adottive

Si è svolta la settimana scorsa ad Hanoi una riunione del gruppo di lavoro previsto dall’accordo bilaterale Italia-Vietnam per definire le nuove modalità sulle procedure adottive nel Paese asiatico. Vietnam, che proprio a dicembre firmerà l’adesione alla Convenzione dell’Aja che entrerà in vigore solo dopo 3 mesi con il deposito della ratifica da parte dell’ambasciatore vietnamita in Olanda.
Durante gli incontri svoltisi ad Hanoi è stato confermato che sarà applicata la procedura prevista dalla vecchia legge per tutti gli abbinamenti formalizzati dai dipartimenti delle province entro il 31/12/2010, anche se non ancora autenticati dall’International Adoption Department (IAD).
E’ stato inoltre dichiarato che il Dipartimento per le Adozioni Internazionali, solleciterà le province ad accelerare i tempi delle procedure ma questo tuttavia non annullerà e/o varierà quelli che sono, di fatto, i tempi legislativi necessari per dichiarare l’adottabilità di un bambino.
Per tutte le procedure che non avranno un abbinamento alla data del 31 dicembre prossimo viene confermata la disponibilità a prenderle in analisi immediatamente alla riapertura delle adozioni nel secondo semestre 2011. Pertanto per allora sarà necessario solo aggiornare i documenti che a quella data risulteranno scaduti, tipo certificati penali o certificati medici.
Il Dipartimento per le Adozioni Internazionali vietnamita prevede che per il mese di Aprile possa essere presentata da parte degli Enti stranieri la domanda di accreditamento che comporterà, da parte dello stesso IAD, la verifica delle competenze dello staff di ogni singolo Ente nel paese.
La nuove procedure stabilite durante l’incontro bilaterale garantiranno anche la possibilità di adottare bambini con età superiore ai 5 anni e quindi non solo dei neonati.
Viene inoltre stabilito un doppio controllo della disponibilità dei bambini adottabili prima a livello di Adozione Nazionale, e nel caso non ci sia una soluzione idonea, successivamente si passerà all’Adozione Internazionale, nel rispetto dei principi della Convenzione dall’Aja.
(Fonte Aibi)

mercoledì 1 dicembre 2010

Meeting del Volontariato 2010

Si terrà i giorni 11 e 12 dicembre, presso i padiglioni 9 e 10 della Fiera del Levante la V edizione del Meeting del Volontariato.
Incontri, dibattiti, mostre, musica, animazione, stand pieni di colori e tanti, tanti volontari.
Il Meeting del Volontariato è tutto questo e altro ancora.
Con il tema di quest’anno “Solidarietà: un lavoro per ciascuno, un bene per tutti” desideriamo conquistare una maggiore coscienza dell’origine di questa tensione ideale per camminare con più certezza e tenacia.
La solidarietà riconduce ognuno alla ragione ultima del proprio agire senza la quale non può esserci permanenza e positività nel reale, né vera costruzione di opere che siano il segno di un bene per tutti.
L'Associazione per il sostegno e l'adozione dei minori "I colori del mondo" è lieta di annunciare che anche quest'anno sarà presente con un proprio stand, dove sarà messo a disposizione di chi vorrà venirci a trovare, documentazione riguardante i progetti nei quali siamo attualmente coinvolti, con materiale fotografico, video, brochure ecc....
Inoltre l'Associazione dedicherà uno spazio all'esposizione di prodotti dell'artigianato etnico.
Siete tutti invitati a venirci a trovare!

Giornata Internazionale delle persone con disabilità

Il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità.
La Giornata, istituita nel 1981 (Anno Internazionale delle persone disabili), intende promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza dei temi della disabilità, sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.
In Italia la ricorrenza viene onorata, tra le altre iniziative, con una cerimonia che avrà luogo a Roma e vedrà la presenza del Ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna. L’evento, infatti, è organizzato dal Ministro per le Pari Opportunità in collaborazione con le federazioni delle persone con disabilità FAND e FISH e con il CIP, il Comitato Italiano Paralimpico.
L’occasione per rammentare, in modo volutamente simbolico, la condizione delle persone con disabilità nel nostro Paese è offerta da una cerimonia di premiazione di “coloro che si sono distinti nella società per stigmatizzare la discriminazione che le persone con disabilità subiscono e per mettere in evidenza le buone pratiche di inclusione”.
Informazioni ed iscrizioni presso la Segreteria FISH: tel. 06.78851262, fax 06.78140308, email: presidenza@fishonlus.it

Giornata mondiale di lotta all’Aids

“Lights for Rights – Luce sui Diritti” è lo slogan scelto dalla World Aids Campaign per questo primo dicembre 2010. I temi al centro di questa edizione sono i diritti umani e l’accesso universale a prevenzione, cure e trattamenti. Anche in Italia i diritti, in tema di Hiv, sono disattesi se non violati.
I diritti delle persone che vivono con l’Hiv, che sono tantissime, almeno 160.000, che devono combattere per il rispetto della loro privacy e dei loro diritti in ambito lavorativo, o sanitario, basti pensare alla inaccettabile disparità rispetto all’accesso a cure e trattamenti nelle varie regioni. I diritti di tutti, per l’assenza di campagne nazionali di prevenzione, e per le difficoltà nel fare il test Hiv, che purtroppo ancora oggi non può venire considerato un semplice esame diagnostico, visto il forte stigma tutt’ora presente.
La Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids nella Giornata mondiale di lotta all’Aids continua la sua campagna nazionale integrata YES WE CONDOM di promozione dell’uso del preservativo. Che si arricchisce di nuove immagini: dopo giovani donne e uomini, propone i volti di una donna adulta, di una giovane coppia omosessuale e di una coppia etero non più giovane.
Accesso alla prevenzione significa promuovere, oltre che fornire, tutti gli strumenti disponibili per il diritto alla salute di tutte le fasce di popolazione. Il preservativo è uno dei più importanti di questi strumenti, nonostante in Italia si tenda a dimenticarlo. La lotta all’Aids si svolge su molti fronti, e tutti gli strumenti vanno sostenuti. In assenza di campagne istituzionali, nazionali o locali, la Lila continua a sostenere il preservativo anche nelle scuole e nelle università, dove si formano gli adulti di domani.
I dati parlano chiaro. Ogni due ore si registra una nuova infezione da Hiv, oltre 4mila ogni anno, e per la stragrande maggioranza sono dovute a rapporti sessuali non protetti. Nonostante questo, e nonostante i dati in crescita per tutte le altre malattie a trasmissione sessuale, sui condom in Italia non si fa informazione né promozione. In tutto il mondo ci sono campagne istituzionali sull’importanza dell’uso del preservativo, programmi di distribuzione gratuita, politiche di riduzione dei prezzi. In Italia no. E l’Iva resta al 20 per cento. Nel Country Report inviato all’Onu dall’Italia quest’anno, si ammette che in questo paese non si sono mai fatti, negli ultimi anni e non solo, programmi di promozione dell’uso dei preservativi in alcuna popolazione, né campagne dirette agli uomini che fanno sesso con uomini, o alle lavoratrici e ai lavoratori del sesso, anche solo informative. Siamo un caso unico in Europa e non solo.
Per le nostre promesse mancate al Fondo Globale per la lotta all’Aids, alla Tubercolosi e alla Malaria invece siamo un caso unico al mondo. L’Italia non ha versato le quote pattuite per il 2009 e il 2010 e non ha preso alcun impegno per il trienno 2011/2013. Nella legge Finanziaria, il Fondo Globale è stato infine cancellato. Nella Giornata mondiale di lotta all’Aids avremmo volentieri fatto a meno di questo primato. Se l’incidenza di infezione da Hiv ha registrato un calo globale negli ultimi anni, come ha appena comunicato l’Unaids, è soprattutto grazie all’azione del Fondo Globale. Togliere il proprio appoggio economico significa disconoscere i risultati, proprio nel momento in cui andrebbero sostenuti. Significa, letteralmente, togliere farmaci e cure a milioni di persone.
L’anno che si chiude è stato segnato dalla mancata partecipazione dell’Italia alla Conferenza mondiale sull’Aids di Vienna. Nel 2011 la Conferenza mondiale su patogenesi, trattamento e prevenzione, la più importante conferenza scientifica internazionale, si terrà a Roma. La Lila chiede che sia un’occasione, insieme a questo 1° dicembre, per ripensare le politiche nazionali e globali sulla lotta all’Aids.
Per informazioni: www.lila.it/
(Fonte Volontariato Oggi)

Carfagna, lotta a violenza si fa con leggi e prevenzione

Leggi severe, che comprendano l'adescamento via web tra le forme di violenza punite dal codice, prevenzione, con campagne come quella presentata oggi, una corretta informazione per far sapere alle vittime che lo Stato e' dalla loro parte e agli aguzzini che difficilmente potranno sfuggire alla giustizia''. Cosi' il ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna, alla chiusura della Conferenza organizzata dal Consiglio d'Europa e dal Ministero per le Pari Opportunita' in occasione del lancio della campagna contro la violenza sui minori dal titolo ''Uno su cinque''.
''Le violenze sui minori sono frequentemente commesse da conoscenti o amici e, per questa ragione, e' necessario insegnare ai ragazzi come difendersi, cosa e' lecito e cosa no. Aumentano, seppur in un quadro che non ci preoccupa, i casi di violenze o adescamenti commessi attraverso internet e, di conseguenze, e' importante che si arrivi presto al voto definitivo sulla Convenzione di Lanzarote, che attende soltanto il voto definitivo della Camera. Gia' recepita dal Consiglio dei ministri prevede infatti la creazione del reato di ''adescamento via web'' e raddoppia i termini di prescrizione in modo da permettere alle vittime di denunciare una violenza anche da adulti'', ha aggiunto Carfagna.
Alla giornata finale della Conferenza, aperta ieri alla presenza del Capo dello Stato e del cardinale Renato Raffaele Martino, hanno partecipato la vicesegretario del Consiglio d'Europa, Maud De Boer Buquicchio, la senatrice del Pd Anna Serafini, il presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo, il direttore generale di Save the children, Valerio Neri, il direttore della Polizia Postale, Antonio Abruzzese. ''La lotta contro la violenza sui minori e' senza colore e la si deve fare, come gia' accade, tutti insieme: istituzioni, associazioni, ong, forze di polizia'', ha concluso il ministro.
(Fonte Asca)

Il terzo settore e le disabilita’ tra rete, necessita’ e risorse

Le Associazioni e gli Operatori Sociali sono invitati a partecipare attivamente alla TAVOLA ROTONDA DEL TERZO SETTORE sul tema “Il Terzo Settore e la disabilità tra rete, necessità e risorse”,  organizzata per il giorno Venerdì 17 Dicembre 2010 dalle ore 15,00 da Mappa Terzo Settore e Mappa Terzo Settore Social Network, in collaborazione con l’Istituto di Arti Terapie e Scienze Creative di Carmiano (LE),  come importantissimo momento inaugurale del Convegno L' ARTE, LA RELAZIONE E LE DISABILITA', presso l'Auditorium del Conservatorio di Musica Tito Schipa di Lecce.
L’incontro vedrà le Associazioni, le Cooperative e tutti gli Enti attivi nel sociale confrontarsi sui temi legati alle necessità di costituire un rete formale che, alla luce delle difficoltà e delle riduzioni di risorse economiche destinate al settore dopo il 2013, suggeriscono tavoli tematici allargati e partenariati per sfruttare al meglio le opportunità residue concesse.
“Da anni” dice Stefano Centonze, Direttore e Fondatore del progetto Mappaterzosettore.it “stiamo lavorando per fare rete, benché gli operatori sociali debbano, in larga parte, ancora maturare la consapevolezza che il futuro del Terzo Settore è nella condivisione degli obiettivi. E’ finita l’era dei battitori liberi e oggi il sociale è diventato il settore trainante dell’economia nazionale. Questo tavolo tematico intende restituire la giusta dimensione e la giusta importanza all’Associazionismo ed a chi opera nei servizi alla persona, creare sinergie durature nel tempo e puntare i riflettori sulla persistenti difficoltà di sentirsi parte di una rete”.
La tavola rotonda, moderata dalla dr.ssa Maria Grazia De Donatis, sarà aperto con la consegna di una Targa per meriti sportivi a Grazia Turco del team MTB Group di Matino (LE,) per la conquista della Medaglia di Bronzo alle ultime Paralimpiadi, e proseguirà con i Tavoli tematici, il primo sul sociale in generale, il secondo specifico sulle disabilità, oggetto della manifestazione.
Per informazioni http://www.mappaterzosettore.it

lunedì 29 novembre 2010

Si apre a Cancun il summit sulle sorti del clima nel mondo

La COP16, cioe' la 16esima Conferenza della Parti che si tiene da oggi al 10 dicembre prossimo a Cancun, e' promossa sotto l'egida dell'United Nations Framework Convention on climate change (UNFCCC) e vi parteciperanno oltre 45mila delegati di piu' di 190 Paesi del mondo. Diversamente dall'edizione precedente che si e' tenuta nel 2009 a Copenhagen, probabilmente non vi parteciperanno volti noti come quelli del presidente USA Barack Obama, ma il livello sara' operativo e vedra' al lavoro ministri all'Ambiente, agli Affari esteri e diplomatici.
I NUMERI SUL CLIMA: I dati sul clima alla base lavori sono quelli fissati dall'Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, secondo cui per tenere le temperature atmosferiche al di sotto di un incremento di 2 gradi su base annua i Paesi ad economia avanzata dovranno tagliare entro il 2020 le loro emissioni tra il 25 e il 40% al di sotto dei livelli del 1990. Nel 20esimo secolo le temperature sono cresciute dello 0,7%, ma studi recentissimi denunciano che il 2010 segnera' un aumento record delle temperature grazie alla ripresa economica e la Nasa ha indicato che lo scorso anno e' stato il piu' caldo dal 1880.
I POSSIBILI ESITI DEL VERTICE: Il meeting di Cancun dovrebbe portare a degli avanzamenti rispetto al debole Accordo di Copenhagen, in direzione di un nuovo accordo globale di taglio delle emissioni e di intervento sui cambiamenti climatici. Misure, queste ultime, non contenute nel precedente Accordo di Kyoto che scadra' nel 2010. Su questa strada, tuttavia, troviamo molti ostacoli. La capo-negoziatrice dell'UNFCCC, la segretaria esecutiva Christiana Figueres, ha anticipato che il migliore risultato atteso per Cancun e' quello di costruire la cornice negoziale per un nuovo Accordo multilaterale sul clima da discutere ai vertici di Johannesburg del 2011 e di Rio del 2012, e non certo di arrivare ad un nuovo accordo vincolante. Temi sui quali si dovrebbero registrare passi avanti a Cancun sono quelli degli Aiuti internazionali per le misure di contrasto e di adattamento ai cambiamenti climatici, alla deforestazione e di fissazione degli obiettivi ottimali di taglio delle emissioni per ciascun Paese membro delle Nazioni Unite. In predicato anche il diritto dei popoli indigeni di determinare le politiche migliori per i propri territori.
I BLOCCHI CONTRAPPOSTI: Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo si fronteggiano ormai da molti mesi rispetto a chi dovra' sostenere il peso maggiore legato al taglio delle emissioni. Stati Uniti - i principali inquinatori ''storici'' - e Cina ''il principale inquinatore attuale'' - guidano i due blocchi contrapposti cercando di strappare gli uni gli altri i maggiori tagli di emissioni e i maggiori stanziamenti in denaro nell'ambito dei negoziati. Gli Stati Uniti rimproverano alla Cina di non impegnarsi ad un taglio vincolante e di volersi sottrarre a meccanismi stringenti di monitoraggio, la Cina accusa Usa e Paesi ricchi di non fare abbastanza per ridurre la propria impronta ecologica. Un terreno scivoloso sul quale rischia di implodere anche questa COP come le precedenti.
FINANZIAMENTI: Le Nazioni Unite puntano in questo vertice anche a fare dei passi avanti rispetto al livello di finanziamenti previsti, per raggiungere almeno una somma di 30 miliardi di dollari, gia' promessa a Copenhagen, per affrontare in 'fast track', cioe' in modalita' accelerata gli impegni dei Paesi piu' poveri rispetto alle politiche di adattamento.
L'obiettivo e' di raggiungere 100 miliardi di dollari di impegni entro il 2020. Ma tra impegnarsi ed erogare c'e' una certa differenza, tanto che al momento non si e' arrivati ad avere davvero in cassa nemmeno i primi 30.
Dopo Cancun le Parti si riuniranno ancora sotto l'egida dell'UNFCCC in Sudafrica, nel dicembre 2011, e a Rio de Janeiro, dove si terra' il ventesimo anniversario dell'Earth Summit in cui fu creata la Convenzione delle Nazioni Unite sul Clima.
(Fonte Asca)

OMS: 1% decessi mondiali sono per fumo passivo, uno su 3 sono bambini

Il fumo passivo uccide oltre 600mila persone ogni anno, piu' di un terzo dei quali bambini. Lo rivela una ricerca dell'Oms (l'Organizzazione Mondiale della Sanita') pubblicata su Lancet, che e' il primo studio globale sugli effetti del fumo passivo. A differenza delle malattie che derivano dallo stile di vita e sono quindi legate alle scelte dei singoli, le vittime del fumo passivo pagano il prezzo di comportamenti altri.
Nel 2004, tali vittime sono state l'uno per cento dei decessi a livello mondiale: quasi la meta' donne, il resto equamente diviso tra uomini e bambini; vittime provocati per il 60 per cento da malattie cardiache, per il 30 per cento da infezioni respiratorie, e infine da asma e tumore ai polmoni. Lo studio, effettuato in 192 Paesi, ha scoperto che il fumo passivo e' particolarmente nocivo per i bambini, i quali sono a piu' alto rischio di 'sindrome da morte improvvisa del lattante', polmonite e asma. I bambini risultato esposti al fumo passivo principalmente nelle loro case. Alcuni paesi, come la Finlandia, hanno già adottato severe misure per evitare il contatto dei bambini con il fumo, comprensive del carcere per chi offre loro sigarette.
Uno scenario sconfortante al quale bisogna aggiungere i 5,1 milioni di morti causati dalla sigaretta vera e propria. Il problema, avvertono gli autori' dello studio, e' che il principale luogo di esposizione al fumo passivo e' proprio la casa, in luogo in cui i bambini "non possono evitare le fonti di contaminazione, che sono proprio i familiari piu' vicini".
(Fonte AGI)

Esame di italiano per immigrati Dal 9 dicembre test obbligatorio

Dal 9 dicembre gli stranieri che richiedono il permesso di soggiorno dovranno anche sostenere un esame d'italiano in un test. La novità la prevede il decreto 4 giugno 2010 (firmato dai ministri dell'Interno e dell'Istruzione, Roberto Maroni e Mariastella Gelmini), che entra in vigore in quella data. Messa così, forse il test dovremmo farlo tutti noi, anche chi è già cittadino italiano.
Il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno ha messo a punto la procedura informatica per gestire le richieste. Lo straniero che intende chiedere il rilascio del permesso per soggiornanti di lungo periodo dovrà presentare alla prefettura la richiesta di partecipazione al test a tramite l'indirizzo www.testitaliano.interno.it. La prefettura dovrà convocarlo entro 60 giorni indicando data e luogo su dove svolgere il test.
L'esame si svolge con modalità informatiche ma, su richiesta, anche per iscritto. Prevede la comprensione di brevi testi, frasi ed espressioni di uso frequente. Per superare la prova il candidato deve conseguire almeno l'80% del punteggio complessivo. Se l'esito è positivo, lo straniero può presentare la domanda e la questura, verificati tutti gli altri requisiti richiesti, rilascia il permesso di soggiorno.
(Fonte L'Unità)

5 per mille, Tremonti: troverò i fondi mancanti nei primi mesi del 2011

Le risorse destinate al 5 per mille verranno ripristinate entro marzo. Si evince dalle parole del deputato toscano Gabriele Toccafondi (Pdl), intervenuto a margine di un incontro tra i deputati toscani e il terzo settore regionale tenutosi questa mattina presso il Cesvot. "Ho parlato recentemente col ministro Tremonti - ha spiegato Toccafondi - e mi ha detto che non e' impossibile trovare i 300 milioni mancanti. Il ministro mi ha poi detto che i fondi mancanti li trovera' nei primi mesi del 2011, entro marzo".
Gia' nei giorni scorsi il ministro dell'Economia Giulio Tremonti aveva espresso le proprie intenzioni di ripristinare le risorse al 5 per mille. "Votero' per reintegrare i 400 milioni - aveva detto - Fermo il vincolo di invarianza nella spesa pubblica, spero che molti altri in Parlamento orientino il voto verso questa priorita'".
(Fonte Dire)

sabato 27 novembre 2010

Povertà raddoppiata negli ultimi 40 anni

Nelle politiche di cooperazione allo sviluppo c'è qualcosa che non va. A dirlo non sono i soliti "coopero-scettici" cappeggiati da Dambisa Moyo, ma la Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo.
Secondo l'UNCTAD, negli ultimi 40 anni il numero di paesi estremamente poveri è raddoppiato. Sulle 49 nazioni listate, soltanto due (Botswana e Capo Verde) sono riuscite ad estirparsi dalla povertà. Il dato rischia di gettare ulteriore olio sul fuoco nella battaglia ideologica che oppone i sostenitori degli aiuti e i loro detrattori. Più che mai sostiene l'UNCTAD è necessaria "una nuova architettura internazionale dello sviluppo" (titolo del rapporto) che necessita "riforme globali e sistemiche per consentire ai paesi poveri di integrare i mercati mondiali".
In altre parole, bisogna cambiare rotta. "Le misure adottate fino ad oggi per appoggiare i paesi più poveri hanno avuto effetti più simbolici che pratici" sottolinea l'UNCTAD, che punta il dito contro l'approccio dei donatori internazionali fondato su una crescita alimentata dal commercio. "Nella maggior parte dei casi, non hanno favorito lo sviluppo delle capacità produttive. Ora, l'assenza di tali capacità costituisce la chiave delle debolezze economiche strutturali dei paesi meno avanzati".
Il fenomeno più inquietante riguarda il contrasto tra l'aumento dei poveri in un periodo (2002-2007) di forte crescita economica (+7% in media). Il numero degli individui costretti a vivere in estrema povertà sono "aumentati di 3 milioni all'anno" per raggiungere quota 421 milioni nel 2007, cioè il 53% della popolazione dei paesi molto poveri.
Nonostante una buona resistenza nei confronti della crisi, questi paesi rimangono molto fragili. Per l'UNCTAD, l'eccessiva dipendenza dalle importazioni "è devastatrice". Le spese per importare beni alimentari sono passate da 9 miliardi di dollari nel 2002 a 23 miliardi nel 2008. "E' un dato molto allarmante" sostiene il direttore dell'UNCTAD, Supachai Panitchpakdi, che rivela altri punti di debolezza strutturale: delle economie poco diversificate, pochi risparmi interni, una più grande dipendenza dal risparmio estero e un'accelerazione delle risorse naturali. "Tutti fattori che rendono ancor più difficile lo sviluppo dei paesi più poveri".
(Fonte Vita)

Al via la giornata nazionale della colletta alimentare

Oggi in oltre 8.100 supermercati si terrà la 14a edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare ONLUS. Più di 110.000 volontari inviteranno le persone a donare alimenti a lunga conservazione che saranno distribuiti a oltre 8.000 strutture caritative (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri d´accoglienza, ecc.) convenzionate con la Rete Banco Alimentare che aiutano 1.500.000 di persone in stato di bisogno.
Le donazioni di alimenti ricevute durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare andranno a integrare quanto la Rete Banco Alimentare raccoglie tutti i giorni, combattendo gli sprechi e salvando ogni anno 70.000 tonnellate di alimenti.
Nel nostro Paese sono poco più di 3.000.000 gli individui sotto la soglia di povertà alimentare (fonte "Indagine povertà alimentare" Guerini Editore - 2009), le persone che chiedono assistenza sono sempre di più e molte associazioni caritative oggi rischiano di chiudere.
Come ha affermato il Ministro Maurizio Sacconi a febbraio 2010, nell´evento di apertura dell´Anno Europeo della Lotta alla Povertà e all'Esclusione Sociale: "La povertà alimentare rappresenta oggi il bisogno più diffuso e urgente, proprio perché tocca un aspetto vitale della condizione umana". Per questo motivo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nell´ambito delle iniziative celebrative di questo anno, ha individuato nella Giornata Nazionale della Colletta Alimentare uno degli eventi paradigmatici da promuovere e sostenere per la sua alta valenza sociale.
La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus in collaborazione con la Compagnia delle Opere - Opere Sociali, gode dell´Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e del patrocinio del Segretariato Sociale della Rai.
Un ringraziamento particolare va all´Associazione Nazionale Alpini e alla Società San Vincenzo De Paoli per la partecipazione dei volontari.
"Il povero è un uomo solo.
Condividere gratuitamente questo dramma risveglia il vero desiderio che è nel cuore di ciascuno: essere amato.
"La Carità è il dono più grande che Dio ha fatto agli uomini ... perché è amore ricevuto e amore donato (Caritas in Veritate)".
Per questo invitiamo tutti a partecipare alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, perché anche fare la spesa e donarla a chi è più povero è occasione di un immediato e positivo cambiamento per sé e quindi per la società".
Per informazioni www.bancoalimentare.it

Chi ve lo fa fare? Il mondo del volontariato a Radio3

Giovedì 2 dicembre alla vigilia della Giornata Mondiale del Volontariato (domenica 5 dicembre), Radio3 dedica una giornata intera a questo mondo.
Per raccontare tante storie di solidarietà e soprattutto di piccole-grandi utopie che prendono vita e si realizzano coinvolgendo silenziosamente milioni d’italiani.Negli anni, attraverso difficoltà politiche ed economiche, è sorta una vera cultura del volontariato. Parliamo di una realtà profondamente diversa dall’offerta casuale verso chi ha bisogno di aiuto. E’piuttosto un modo di vivere che include, crea relazioni in una dimensione temporale significativa.
Il 2 dicembre, ogni programma di Radio3 dalle 6.00 di mattina alle 2.00 di notte, da Qui comincia a Battiti, sceglierà un’esperienza da raccontare. Dalle ore 15.00 alle ore 18.00 uno speciale di Fahrenheit ospiterà voci diverse di volontari, studiosi, storici e ricercatori per comprendere la realtà del volontariato oltre i giudizi e i pregiudizi.
A partire dal 2 dicembre e per tutto il 2011 – Anno Europeo del Volontariato, Radio3 seguirà in “presa diretta” alcune storie esemplari: per documentare come in diversi luoghi del mondo il volontariato può cambiare la vita delle persone, dei luoghi, di un territorio intero.
(Fonte Radio3 Rai)

giovedì 25 novembre 2010

Software gratis per informatizzare il Terzo settore

Le Onlus italiane hanno oggi accesso ai software più avanzati sul mercato con il 96% di sconto. La partnership tra il BITeB, Banco Informatico Tecnologico e Biomedico, e Techsoup Global ha fatto nascere Techsoup Italia, la nuova realtà non profit che distribuisce alle associazioni software di alta qualità a prezzo simbolico.
Primi donatori sono Microsoft, Cisco e SAP, ai quali seguiranno nuovi nomi italiani ed esteri che sceglieranno di regalare i propri prodotti e servizi. Il servizio è attivo da ottobre ed è gestito attraverso un portale dedicato (www.techsoup.it), dove le organizzazioni richiedenti possono registrarsi. Una volta accreditate – sulla base di criteri definiti a livello internazionale – possono ordinare i prodotti desiderati e riceverli direttamente dalle aziende.
Techsoup Global è una charity internazionale, nata negli Stati Uniti nel 1987 su iniziativa di Microsoft, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo tecnologico del non profit con prodotti e servizi gratuiti.  Successivamente ha coinvolto moltissime aziende sostenitrici, tra le quali Adobe, Cisco, SAP, Symantec. Dalla sua nascita, Techsoup ha servito 130mila organizzazioni in oltre 30 Paesi, per un controvalore commerciale pari a 1,9 miliardi di dollari.
Il BITeB è stato scelto, dopo una lunga selezione, come branch italiana di Techsoup Global. Il servizio che ll Banco Informatico offrirà completa e arricchisce l’attività istituzionale svolta in questi anni, nei quali il BITeB  ha donato più di 10.000 computer e stampanti a circa mille organizzazioni non profit.
(Fonte Affari Italiani)

Stralciato l’art.5 del PDL sulla montagna che minacciava le risorse del Volontariato

Oggi la V Commissione Bilancio della Camera ha stralciato il comma 1 dell’art 5 del Progetto di legge C 41 sui territori di montagna.
Si tratta di un successo per tutto il mondo del volontariato e del terzo settore, che, oltre alla preoccupazione per la riduzione dei fondi destinati al 5 per mille, ha protestato con forza nei giorni scorsi per un progetto di legge che intendeva modificare la Legge quadro del Volontariato (n. 266/91), utilizzando suoi strumenti e risorse per sostenere i territori di montagna, senza alcuna consultazione.
Il Forum del Terzo Settore, la Consulta Nazionale del Volontariato presso il Forum, la ConVol - Conferenza Permanente Presidenti Associazioni e Federazioni Nazionali di Volontariato e CSVnet, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per ilVolontariato (CSV) - ossia l’intero panorama delle organizzazioni che in Italia rappresentano il mondo del volontariato e del privato sociale, esprimono gratitudine a tutti coloro che, in questi giorni, si sono adoperati per raggiungere questo importante risultato.
“Un ringraziamento va ai Parlamentari per l'attenzione e la sensibilità espressa nel riconoscere la necessità di non apportare queste modifiche alla legge 266/91 sul volontariato” – affermano i presidenti. “Auspichiamo che questo risultato positivo getti le basi per proseguire un dialogo proficuo con il Parlamento e che questo primo segnale di concertazione comune porti al reintegro dei fondi per il 5 per mille e per le politiche sociali.”
(Fonte Volontariamo)

"Qui non si tocca" contro gli abusi sui minori

Partirà dall'Italia la campagna del Consiglio d'Europa contro la violenza sessuale sui minori Uno su cinque – Qui non si tocca. Il lancio dell'iniziativa avverrà a Roma i prossimi 29 e 30 novembre, nel corso di una conferenza organizzata in collaborazione con il Ministero delle pari opportunità.
«La violenza sessuale è molto più diffusa di quanto non si creda. Si ritiene che in Europa ne possa essere vittima un bambino su cinque», si legge nel comunicato pubblicato sul sito del Consiglio d'Europa. Secondo i dati diffusi dall'organizzazione intergovernativa con 47 Stati membri e sede a Strasburgo, in una percentuale di casi che va dal 70 all'85 per cento, i bambini conoscono i loro aggressori; nel 90 per cento dei casi, poi, i reati sessuali non vengono segnalati alle autorità. Uno su cinque – Qui non si tocca parte parte proprio dalla consapevolezza di questo fenomeno - la difficoltà a denunciare i conoscenti che abusano dei minori - per proporre, attraverso una serie di materiali, una lotta efficace contro la violenza sessuale sui minori, che oggi assume forme diverse, in molti casi legate all'uso delle nuove tecnologie (ne è un esempio il grooming).
Due gli obiettivi principali della campagna, così descritti nel sito del Ministero, che all'iniziativa ha dedicato anche un blog: «sostenere il processo di firma, ratifica e implementazione della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori dall'abuso e dallo sfruttamento sessuale» e «sensibilizzare il grande pubblico sull'entità del fenomeno della violenza sessuale perpetrata da persone di fiducia, in modo da prevenire l'abuso e incoraggiare i bambini che lo hanno subito a rompere il silenzio che li circonda». Il disegno di legge italiano di ratifica della Convenzione di Lanzarote - adottata dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa il 12 luglio 2007 ed entrata in vigore, nei paesi che l'hanno ratificata, il 1 luglio 2010 - è attualmente in discussione in Parlamento.
Uno su cinque – Qui non si tocca prevede la diffusione di materiali informativi – fra cui uno spot televisivo, un libro per bambini, un sito web, manifesti e brochure – attraverso i quali veicolare il messaggio-chiave della campagna, rappresentato dalla regola del “qui non si tocca”, che i genitori sono invitati a insegnare ai bambini tra i 4 e i 7 anni, per spiegare loro che hanno il diritto di porre dei limiti, di esprimere i propri sentimenti e di farsi ascoltare. Lo spot televisivo sarà trasmesso sulla Rai dal 29 novembre al 12 dicembre, mentre Il Comune di Roma sosterrà l'azione del Consiglio d'Europa attraverso una campagna di affissioni.
Alla conferenza del 29 e 30 novembre parteciperanno autorità, nazionali e internazionali, ed esperti provenienti dagli Stati membri del Consiglio d'Europa. Sono previsti, fra gli altri, interventi di: Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica; Maria Rosaria Carfagna, ministro per le pari opportunità e Maud de Boer-Buquicchio, vicesegretario generale del Consiglio d'Europa.
(Fonte Minori.it)

La paternità tra regole e affetti, convegno Aimmf

Cosa rappresenta oggi il padre? Come incide nella vita dei bambini la figura paterna nei suoi aspetti positivi e in quelli negativi? A queste e altre domande cercheranno di rispondere magistrati, avvocati e altri esperti nel corso del Convegno nazionale dell'Aimmf, in programma il 26 e 27 novembre a Bologna.
Il ventinovesimo Convegno nazionale dell'Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia affronterà i diversi aspetti inerenti il tema della paternità offrendo prima un quadro analitico dell'evoluzione della figura paterna e soffermandosi, poi, sugli strumenti di sostegno a genitori e figli. Due giorni intensi di confronto e dibattito su argomenti come la responsabilità genitoriale, il mantenimento dei figli e gli interventi dei servizi a sostegno della genitorialità.
La prima giornata dell'incontro Di padre in figlio. La paternità tra regole e affetti si aprirà con una relazione di Laura Laera, presidente dell'Aimmf, a cui seguiranno, dopo alcuni interventi, due tavole rotonde su La responsabilità genitoriale e I codici della violenza di padre in figlio. La seconda giornata, invece, approfondirà il tema degli strumenti di sostegno alla genitorialità. Inaugurata, nella mattina, da due tavole rotonde, proseguirà con i lavori in sessioni parallele di sette gruppi, dedicati ai seguenti temi: la bigenitorialità, il padre adottivo e il padre straniero, il mantenimento dei figli, la sottrazione dei minori, la violenza maschile, stalking e minori e, infine, gli interventi dei servizi a sostegno della genitorialità.
Sono previsti, fra gli altri, interventi di: Daniela Bacchetta, vicepresidente della Commissione per le adozioni internazionali; Pasquale Andria, presidente del Tribunale per i minorenni di Salerno; Luigi Fadiga, docente di diritto minorile e della famiglia all'Università Lumsa di Roma; Luigi Zoja, psicoanalista e saggista e Joseph Moyersoen, segretario generale dell'Aimmf. Fra le autorità invitate in attesa di conferma, Maurizio Sacconi, ministro del lavoro e delle politiche sociali e Carlo Giovanardi, sottosegretario alle politiche per la famiglia. 
(Fonte Minori.it)

Al via la campagna “Chicchi di Felicità per bimbi speciali”

Presentato oggi a Milano il nuovo progetto di impegno sociale di Chicco, “Chicchi di felicità per bimbi speciali”, promosso in collaborazione con Ai.Bi. per favorire l’adozione di questi bambini. Dal 2003 Artsana Group con il brand Chicco, insieme ad Amici dei Bambini si impegna concretamente a sostegno dei minori. Il percorso è iniziato con il progetto “Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie" e ha portato alla realizzazione di 5 Case Famiglia e 11 Punti Famiglia sul territorio nazionale, di cui uno ad Onna per fronteggiare l’emergenza dopo il terremoto.
Oggi, coerentemente con questo percorso, Chicco ha scelto di supportare Amici dei Bambini in un nuovo impegno a favore dei Bimbi Speciali. Si tratta di minori con particolari esigenze, legate all’età (minori con più 7 anni), a gruppi numerosi di fratelli, a problemi di salute di varia natura, molti dei quali risolvibili nel tempo. La ricerca di famiglie idonee a un cammino adottivo di questo tipo impone un supporto specializzato: formazione specifica, sostegno psicologico e accompagnamento dal momento dell’abbinamento al post-adozione.
«Il progetto Chicco/Ai.Bi. – commenta Francesca Catelli, Vice President Communication & Corporate Image Artsana Group - mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema così delicato, attraverso la distribuzione di materiali informativi all’interno dei Negozi Chicco e dei Punti Famiglia Ai.Bi. e a fornire concreto sostegno medico e psicologico alle famiglie che si rivolgeranno ad Ai.Bi. per l’adozione di bambini special needs».
«Ogni giorno che passa diventa sempre più difficile per i minori trovare una famiglia disposta ad accoglierli» commenta Marco Griffini presidente di Ai.Bi. «L’età, lo stato di salute o avere più fratelli sono condizioni che ostacolano l’accoglienza. Nel loro Paese di origine non ci sono coppie disponibili ad accoglierli, per questo occorre facilitarne l’adozione internazionale. È inoltre necessario dare una formazione specifica alle famiglie in modo che non siano spaventate ma preparate ad accogliere il loro figlio. Il progetto, peraltro, potrebbe coinvolgere anche moltissimi bambini in Italia che aspettano di essere accolti da queste famiglie, una volta adeguatamente preparate».
Simbolo del progetto è il Chicco di Felicità, una medaglietta da indossare per diventare in prima persona testimonial dell’impegno Chicco/Ai.Bi. alla ricerca di famiglie speciali per bambini speciali. «Il Chicco di Felicità  – continua Francesca Catelli – è una medaglietta molto graziosa e fortemente significativa; ci auguriamo che questo oggetto diventi un vero e proprio segno di riconoscimento per tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei bambini in attesa di una famiglia».
Il Chicco di Felicità è in vendita al prezzo di 3 euro in tutti i Negozi Chicco e contribuirà a sostenere il progetto. Maggiori informazioni sono disponibili all’interno del libro “Figli in attesa” che fa parte di una collana prodotta da Ai.Bi. nata da esperienze vissute, da studi e da ricerche, indirizzata a tutti coloro che vogliono approfondire i temi dell’adozione e di altre forme di accoglienza dell’infanzia abbandonata.
(Fonte Vita)

India: tempi lunghi e preoccupazione per il futuro delle adozioni

Una popolazione sempre in crescita ed un numero altissimo di minori costretti a vivere per strada: è questo il quadro della situazione attuale in India. Si potrebbe desumere che in questo contesto le agenzie che lavorano per realizzare adozioni internazionali nel Paese abbiano molti minori di cui prendersi cura e per i quali cercare genitori adottivi. In realtà non è così, anzi si verifica la mancanza di bambini da adottare e tempi lunghi per le adozioni. Le coppie in media devono aspettare dai 15 mesi ai 2 anni per poter adottare un bambino. In alcuni casi, per le coppie non di origine indiana, l’attesa per l’adozione di un bambino può durare 5 anni.
L’interrogativo che la comunità internazionale, gli enti autorizzati e i genitori adottivi si pongono è capire come sia possibile che in un Paese in cui ogni anno ci sono 26 milioni di nascite, molte delle quali da ragazze madri, ci sia una carenza simile di minori da adottare.
A Mumbai, questa situazione è particolarmente evidente. Secondo la Dr.ssa Shaila Mhatre, responsabile del Comitato per il benessere dei Bambini (CWC) “ufficialmente, il numero di minori abbandonati nella città sta diminuendo”  tuttavia questo è un “dato falsato”. Non si spiega infatti come mai ci sia un costante aumento di ragazze madri, che sono quelle che più facilmente abbandonano i bambini.
Secondo Mhatre questo è un problema di cui bisogna “preoccuparsi seriamente”, che lo Stato e la polizia devono esaminare con urgenza. In un contesto così, “il numero ridotto di bambini disponibili per le adozioni internazionali è sintomo della presenza di una fiorente industria delle adozioni illegali. Il governo deve andare alla radice delle cause e capire dove stanno andando questi bambini abbandonati”, ha aggiunto Jayssita Panigrahi, la responsabile della ONG Malad’s Bal Vikas Sanstha.
In realtà, questa è l’unica ragione individuata per spiegare la diminuzione del numero di adozioni, sia all’interno del paese sia con gli altri Paesi. “Nel giro di un decennio, le adozioni in città sono scese del 50%”, ha detto Vandana Patil, anziano assistente sociale. Il Consiglio indiano per la previdenza sociale (ICSW), che assiste i giudici nel concedere i decreti di adozione, ha rivelato che quest’anno ci sono state solo 146 adozioni a Mumbai e 20 a Thane. Anche le adozioni internazionali hanno subito un forte calo, dalle 140 adozioni dell’anno scorso si è passati alle 70 di quest’anno.
(Fonte Aibi)

mercoledì 24 novembre 2010

Dove si adotta di più? Dove ci sono più enti

Come si distribuiscono le adozioni internazionali tra le Regioni italiane? Se lo domanda una ricerca pubblicata da Neodemos, foro indipendente di osservazione dei cambiamenti demografici. A prima vista, guardando semplicemente al numero di minori adottati in ciascuna Regione, si potrebbe concludere che quelle del Nord e del Centro sono le piu' attive, visto che accolgono circa il 70% delle adozioni internazionali. Con delle eccezioni. Piemonte e Val d'Aosta, ad esempio occupano gli ultimi posti, mentre Toscana e Liguria si collocano ai primi posti.
Secondo la ricerca, non sembra esserci una relazione, ad esempio, con il numero medio di figli per donna: ad adottare maggiormente non sono ne' le Regioni piu' feconde ne' quelle meno feconde. Non fornisce una chiave di lettura neanche il reddito medio della popolazione: ad adottare di piu' non sono ne' le Regioni piu' ricche, ne' quelle piu' povere.
La correlazione e' invece piu' stretta con la presenza sul territorio di organizzazioni attive nell'ambito delle adozioni internazionali. Lo dimostrano i casi di Trentino, Lazio e Toscana. All'opposto la Valle d'Aosta, senza associazioni sul territorio, e' l'ultima Regione in classifica. Ma in questo caso quale la causa e quale l'effetto? E' normale che nelle Regioni in cui le coppie sono interessate alle adozioni internazionali vi sia anche un maggior numero di organizzazioni autorizzate a supportarle nel percorso adottivo. In questo caso il desiderio di adottare e' la causa e il numero di strutture e' l'effetto. 
(Fonte Vita)

martedì 23 novembre 2010

OMS, 100 milioni di persone l'anno diventano povere per curarsi

Nel mondo un miliardo di persone non possono permettersi cure mediche e ogni anno 100 milioni sono trascinati sotto la soglia di poverta' a causa delle spese sanitarie. Le cifre sono dell'Organizzazione mondiale della Sanita' e contenute nel Rapporto mondiale 2010 sulla Salute, in cui si afferma che la necessita' di un'assistenza sanitaria universale "non e' mai stata cosi' grande", tra crisi economica, invecchiamento della popolazione e globalizzazione delle malattie.
L'Oms ritiene che tutti i Paesi, ricchi e poveri, debbano studiare nuovi modi per rendere l'assistenza medica piu' efficiente e accessibile. L'Oms stima che "almeno tra il 20 e il 40%" dei fondi stanziati per la sanita' va sprecato. Il rapporto suggerisce anche l'introduzione di nuove tasse e di sistemi innovativi per raccogliere fondi per la sanita'. Dal 2005 i 192 Paesi membri dell'Oms si sono impegnati a rendere i servizi sanitari accessibili per tutti senza che questo comporti difficolta' economiche per i pazienti e le loro famiglie. L'agenzia dell'Onu calcola che riducendo le disparita' tra ricchi e poveri in 49 Paesi si salverebbe la vita di 700mila madri entro il 2015 e piu' di 16 milioni di vite sarebbero risparmiate colmando il gap nel settore delle cure per l'infanzia.
(Fonte AGI Mondo)

Immigrati: come insegnare l'italiano nella nuova societa' etnica

Come insegnare la lingua italiana agli immigrati con permesso di soggiorno di lungo periodo. Se ne e' parlato oggi a Roma al convegno promosso dalla rete Scuolemigranti e dalla Regione Lazio, a pochi giorni dall'entrata in vigore del decreto 4.6.201O del ministero dell'Interno che disciplina le modalita' di svolgimento del test di conoscenza della lingua italiana per i cittadini che richiedono il permesso di soggiorno di lungo periodo.
  L'incontro e' stato l'occasione per discutere dell'attuazione dell'accordo quadro siglato tra Viminale, Dipartimento per le liberta' Civili e l'Immigrazione e il ministero dell'Istruzione, che attribuisce alle Prefetture le competenze relative alla ricezione delle richieste, e la comunicazione alle questure dell'esito dei test, che si svolgeranno nei Centri Provinciali e che saranno certificati dalle universita' di Roma Tre, Stranieri di Perugia e Siena e la Societa' Dante Alighieri. Per Maria Maddalena Novelli, direttore generale ufficio scolastico regionale, "questo convegno e' una presa d'impegno da parte di tutti i protagonisti per creare un clima di maggiore collaborazione". L'incontro che ha riunito i rappresentanti dei ministeri competenti, le istituzioni territoriali, le prefetture e le associazioni di volontariato ha posto anche il problema del reperimento delle risorse necessarie da destinare ai vari organismi coinvolti. Il prefetto Angelo Malandrino, direttore centrale per le politiche per l'Immigrazione ha ribadito come sia "dovere delle istituzioni aiutare l'immigrato a rispettare le ordinanze non lasciandolo solo". Augusto Venanzetti, coordinatore della Rete Scuolemigranti, che riunisce 28 enti nell'area della capitale che si occupano dell'insegnamento gratuito della lingua italiana agli stranieri, ha sottolineato che la rete dara' "tutto il sostegno necessario per l'attuazione del provvedimento, anche se e' nato piu' per escludere che per integrare veramente gli immigrati, sulla scia del Pacchetto sicurezza 2008". Franco Pittau della Caritas ha infine osservato che gli immigrati "sono una ricchezza perche' la voglia di riuscire che hanno potrebbe essere il nuovo rinascimento per il nostro paese che sta perdendo la voglia di crescere".
(Fonte AGI Mondo)

I giovani della rete Ne.A.R. nelle città italiane contro il razzismo

Sono oltre 250 i ragazzi tra i 18 ai 30 anni inscritti al Ne.A.R., il Network giovanile antidiscriminazioni razziali, promosso dall'U.N.A.R. - Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, in collaborazione con l'associazione Carta Giovani e con Generazioni Moderne - Forum europeo delle aggregazioni giovanili.
La rete Ne.A.R. è la prima rete nazionale italiana di giovani volontari che, attraverso il sito www.retenear.it, raccontano esperienze, diffondono opinioni, danno visibilità alle associazioni e alle iniziative che tutti i giorni contribuiscono concretamente a promuovere dal basso la cultura della diversità. Ciò che mettono in atto sono azioni concrete nelle proprie città, nelle università e nei loro stessi centri di aggregazione. Si organizzano in gruppi territoriali, che si ritrovano sul web, e realizzano azioni simboliche di sensibilizzazione, informazione e denuncia dei fenomeni di razzismo e discriminazione.
Nei mesi di dicembre e gennaio i volontari N.e.A.R saranno presenti in quattro Università italiane, nelle città di Bari, Cosenza, Napoli e Palermo, per quattro grandi eventi di sensibilizzazione sul tema della discriminazione razziale. Docenti, studenti e giovani volontari N.e.A.R. proporranno lezioni tematiche, testimonianze, performance e punti informativi UNAR, ponendo per un giorno il tema delle discriminazioni al centro della vita universitaria.
Per aderire al NeAR basta iscriversi alla community del sito www.retenear.it. Attraverso il network è possibile postare articoli, condividere foto e filmati, tutti volti a raccontare le proprie esperienze di vita, a denunciare atti e fenomeni di razzismo e violenza, e a mettere in rete esempi di buone prassi contro la discriminazione.
(Fonte Immigrazione Oggi)

Oltre l’emergenza: il premio volontariato 2010

Emergenza e sviluppo sono due facce della stessa medaglia”. A sostenerlo è Sergio Marelli, Segretario generale della FOCSIV, mentre ad Haiti cresce il bilancio delle vittime per l’epidemia di colera e continuano le manifestazioni di protesta contro il contingente delle Nazioni Unite.
“Per rendere efficaci gli aiuti alle popolazioni dei Paesi poveri anche quando sono colpite da ulteriori catastrofi, emergenza e sviluppo non si possono più considerare strade parallele che non si incontrano mai” spiega Marelli in vista della XVII edizione del Premio del Volontariato Internazionale che la Federazione di 64 organismi cristiani per il 2010 ha assegnato ad Alberto Acquistapace dell’organismo socio MLFM, impegnato in un progetto di sviluppo ad Haiti.
Il Premio, che sarà consegnato il 3 dicembre in prossimità della Giornata Mondiale del Volontariato indetta dalle Nazioni Unite, è un riconoscimento a quanti si sono impegnati costantemente a favore delle popolazioni del Sud del mondo contro ogni forma di povertà ed esclusione e per l’affermazione della dignità e dei diritti di ogni persona, ma soprattutto “rappresenta un’occasione per riflettere sul volontariato internazionale in un momento in cui il settore della cooperazione internazionale appare sempre più complesso e articolato” dice Marelli.
“Il lavoro di Alberto ad Haiti – spesso in condizioni di insicurezza e pericolosità come dimostra l’aggressione di queste ore agli 11 volontari statunitensi che tentavano di lasciare Cap Haitien, a cui la Focsiv esprime la propria solidarietà – è la dimostrazione di come non si può ricostruire prescindendo dallo sviluppo, anche in situazioni di emergenza” dice il Segretario Generale della FOCSIV che poi aggiunge: “Basta al circo dell’emergenza che si crea in ogni crisi umanitaria”.
“Quando si tratta di raccogliere fondi è facile giocare sull’onda emotiva dell’emergenza e dire alle persone di donare per costruire ospedali, case e scuole dove oggi non ce ne sono più – spiega Marelli -. Il problema è che poi per strutturare aiuti di questo tipo, affinché siano efficaci e coerenti con le vere esigenze del territorio ci vuole tempo. Un tempo che non è quello dei progetti di emergenza, per loro natura immediati e fulminei, ma di sviluppo. Ecco perché molte delle ONG arrivate ad Haiti con piani di emergenza adesso iniziano a convertirli in piani di sviluppo”.
L’evento della premiazione è realizzato in collaborazione con il Segretariato Sociale RAI che ospiterà, come ogni  anno, la cerimonia di conferimento del Premio presso la Sala degli Arazzi nella sede RAI di Viale Mazzini, 14  a Roma.
(Fonte Volontariato Oggi)

Calca in Cambogia, 349 morti

Una gioiosa festività religiosa si è trasformata in tragedia in Cambiogia: 349 persone sono morte e 440 sono rimaste ferite - ma il bilancio è purtroppo ancora provvisorio - nella calca nella strettoia di un ponticello nella capitale Phnom Penh, dove milioni di cambogiani si sono affollati per i tre giorni della tradizionale Festa dell'Acqua. Il panico e la successiva ressa sul ponte che collega la capitale alla Diamond Island sarebbero stati provocati, secondo un giornalista cambogiano citato dalla Cnn, dagli idranti usati dalla polizia per affrettare lo sgombero della folla. Il portavoce del governo di Phnom Penh ha detto che «le vittime sono morte per lo più per soffocamento o per lesioni interne».
Un venditore ambulante di bibite che ha assistito alla calca ha spiegato da subito che centinaia di persone erano rimaste ferite e molte non erano coscienti. La Festa dell’Acqua, che ogni anno in autunno attira milioni di cambogiani nella capitale, dura tre giorni. La principale attrazione è una tradizionale gara tra barche lungo il fiume Tonle Sap. L’ultima gara si è conclusa proprio lunedì sera presto e il panico si è scatenato in seguito a Koh Pich, una piccola isola sul fiume dove era in corso un concerto. Secondo le prime testimonianze a provocare la tragedia sarebbe stato lo svenimento di dieci persone. In realtà, secondo quanto scrive la Cnn, all'origine della calca ci sarebbe un intervento della polizia, che avrebbe usato gli idranti per affrettare lo sgombero della folla che gremiva il ponticello. La Cnncita un giornalista del Phnom Penh Post, Steve Finch. Quanto alla presunta scarica elettrica che avrebbe colpito alcune persone, il cronista dice che potrebbero essere stati i festoni di luci intermittenti che ricoprono le campate del ponte per la festività, colpiti dall'acqua, a causarla. Il governo cambogiano da parte sua, scrive la Cnn, ha negato che qualcuno sia rimasto fulminato. Ma un medico, che ha chiesto l'anonimato, ha riferito che diversi cadaveri hanno segni di scosse elettriche e che fra i morti vi sono anche dei poliziotti. Il giornalista citato da Cnn dice di aver ascoltato diversi testimoni. Gli idranti della polizia «hanno scatenato il panico», ha detto Finch.
«È la più grande tragedia» ad aver colpito il Paese «negli ultimi 31 anni, dai tempi di Pol Pot», ha dichiarato in tv il primo ministro cambogiano, Hun sen, riferendosi al dittatore sanguinario a capo del regime dei Khmer Rossi accusato di aver sterminato 1,7 milioni di cambogiani. Ad aggiornare i bilanci in tempo reale in diretta televisiva a notte fonda è stato lo stesso primo ministro cambogiano, alternandosi con un portavoce. Le cifre si sovrapponevano in crescita frenetica: 17, poi 84, 105 solo nell'ospedale di Calmette, poi ancora 180, 278 (di cui 240 donne), 313, 339, infine 349. Cifre sempre precedute dall'avverbio «almeno»: il bilancio - ha messo subito in chiaro il premier quando i numeri dei morti erano già a tre cifre, «è destinato ad aggravarsi ancora». Hun sen si è scusato con il suo popolo per la strage, ha fatto le condoglianze alle famiglie delle vittime e indetto un giorno di lutto nazionale per giovedì. Le tv hanno mandato in onda gente che piange disperata su cumuli di cadaveri, mentre decine di ambulanze si affollavano, in piena notte, sul luogo della tragedia. «Stavamo attraversando il ponte verso Diamond Island, quando alcune persone hanno cominciato a spingere dal lato opposto. Ci sono state spaventose grida di panico. La gente ha iniziato a correre, cadendo le une sulle altre. Anch'io sono caduto. Sono ancora vivo perché qualcun altro mi ha rimesso in piedi», ha raccontato Kruon Hay, 23 anni.
(Fonte Il Corriere della Sera)

“Allarme Scomparsa Minore”, nuovo progetto finanziato dalla Ue

Assegnato alla direzione centrale della Polizia criminale quale capofila di un partenariato interministeriale. Un dispositivo denominato Italian Child Abduction Alert System (ICAAS), in Italia Allarme Scomparsa Minore, permetterà di diffondere rapidamente sul territorio un messaggio contenente informazioni per il ritrovamento di minori scomparsi. Il sistema, che si fonda sulla collaborazione sinergica tra le forze dell’ordine, i mezzi di comunicazione, le agenzie di trasporto, ecc., farà partire un messaggio che sarà diramato attraverso agenzie di stampa, reti televisive, radio, gestori delle reti stradali ed autostradali, società di trasporto, avvisatori marittimi, editori di siti internet, gestori telefonici, ecc. Coloro che ascoltano il messaggio e posseggono notizie utili potranno così avvisare immediatamente le autorità. L’attivazione di tale sistema di allerta integrato, già presente in altri Paesi europei, è stata predisposta in Italia dalla Commissione parlamentare per l’infanzia il 18 luglio 2007. Si tratta di una novità per il nostro ordinamento, sebbene le istituzioni coinvolte abbiano già funzioni e compiti ampiamente previsti e disciplinati dalla legge. Il 10 gennaio 2010 la Commissione europea, nell'ambito di una bando pubblicato dalla Direzione generale Giustizia, Libertà e Sicurezza, ha assegnato un apposito finanziamento alla direzione centrale della Polizia criminale del dipartimento di Pubblica Sicurezza, quale capofila di un partenariato interministeriale. Partecipano, inoltre, il dipartimento di Giustizia minorile del ministero della Giustizia, la direzione centrale Anticrimine della Polizia di Stato, il comando generale dell’Arma dei Carabinieri, la direzione centrale per gli Istituti di Istruzione della Polizia di Stato, l’Agenzia Formez del dipartimento della Funzione Pubblica e l’Onlus Telefono Azzurro. L’attivazione del sistema avviene nel caso in cui:la vittima è un minore di età è in pericolo la sua integrità fisica o vita si tratta di un allontanamento coatto (ad es. rapimento, sottrazione di minore, ecc.) e non di una semplice scomparsa sono disponibili informazioni sufficienti ed affidabili affinché la diffusione dell’allarme possa contribuire alla localizzazione della vittima o all’individuazione degli autori del reato.L’allarme, tuttavia, non sarà attivato se la sua diffusione potrebbe creare pericolo per la vittima o compromettere le indagini in corso.
(Fonte: Ministero dell'Interno)