martedì 23 novembre 2010

Calca in Cambogia, 349 morti

Una gioiosa festività religiosa si è trasformata in tragedia in Cambiogia: 349 persone sono morte e 440 sono rimaste ferite - ma il bilancio è purtroppo ancora provvisorio - nella calca nella strettoia di un ponticello nella capitale Phnom Penh, dove milioni di cambogiani si sono affollati per i tre giorni della tradizionale Festa dell'Acqua. Il panico e la successiva ressa sul ponte che collega la capitale alla Diamond Island sarebbero stati provocati, secondo un giornalista cambogiano citato dalla Cnn, dagli idranti usati dalla polizia per affrettare lo sgombero della folla. Il portavoce del governo di Phnom Penh ha detto che «le vittime sono morte per lo più per soffocamento o per lesioni interne».
Un venditore ambulante di bibite che ha assistito alla calca ha spiegato da subito che centinaia di persone erano rimaste ferite e molte non erano coscienti. La Festa dell’Acqua, che ogni anno in autunno attira milioni di cambogiani nella capitale, dura tre giorni. La principale attrazione è una tradizionale gara tra barche lungo il fiume Tonle Sap. L’ultima gara si è conclusa proprio lunedì sera presto e il panico si è scatenato in seguito a Koh Pich, una piccola isola sul fiume dove era in corso un concerto. Secondo le prime testimonianze a provocare la tragedia sarebbe stato lo svenimento di dieci persone. In realtà, secondo quanto scrive la Cnn, all'origine della calca ci sarebbe un intervento della polizia, che avrebbe usato gli idranti per affrettare lo sgombero della folla che gremiva il ponticello. La Cnncita un giornalista del Phnom Penh Post, Steve Finch. Quanto alla presunta scarica elettrica che avrebbe colpito alcune persone, il cronista dice che potrebbero essere stati i festoni di luci intermittenti che ricoprono le campate del ponte per la festività, colpiti dall'acqua, a causarla. Il governo cambogiano da parte sua, scrive la Cnn, ha negato che qualcuno sia rimasto fulminato. Ma un medico, che ha chiesto l'anonimato, ha riferito che diversi cadaveri hanno segni di scosse elettriche e che fra i morti vi sono anche dei poliziotti. Il giornalista citato da Cnn dice di aver ascoltato diversi testimoni. Gli idranti della polizia «hanno scatenato il panico», ha detto Finch.
«È la più grande tragedia» ad aver colpito il Paese «negli ultimi 31 anni, dai tempi di Pol Pot», ha dichiarato in tv il primo ministro cambogiano, Hun sen, riferendosi al dittatore sanguinario a capo del regime dei Khmer Rossi accusato di aver sterminato 1,7 milioni di cambogiani. Ad aggiornare i bilanci in tempo reale in diretta televisiva a notte fonda è stato lo stesso primo ministro cambogiano, alternandosi con un portavoce. Le cifre si sovrapponevano in crescita frenetica: 17, poi 84, 105 solo nell'ospedale di Calmette, poi ancora 180, 278 (di cui 240 donne), 313, 339, infine 349. Cifre sempre precedute dall'avverbio «almeno»: il bilancio - ha messo subito in chiaro il premier quando i numeri dei morti erano già a tre cifre, «è destinato ad aggravarsi ancora». Hun sen si è scusato con il suo popolo per la strage, ha fatto le condoglianze alle famiglie delle vittime e indetto un giorno di lutto nazionale per giovedì. Le tv hanno mandato in onda gente che piange disperata su cumuli di cadaveri, mentre decine di ambulanze si affollavano, in piena notte, sul luogo della tragedia. «Stavamo attraversando il ponte verso Diamond Island, quando alcune persone hanno cominciato a spingere dal lato opposto. Ci sono state spaventose grida di panico. La gente ha iniziato a correre, cadendo le une sulle altre. Anch'io sono caduto. Sono ancora vivo perché qualcun altro mi ha rimesso in piedi», ha raccontato Kruon Hay, 23 anni.
(Fonte Il Corriere della Sera)

Nessun commento:

Posta un commento