martedì 26 ottobre 2010

3° Convegno internazionale sulla Qualità del Welfare “La tutela dei Minori” Riva del Garda 11/13 novembre 2010

Sebbene gli interventi di tutela dei minori e delle loro famiglie appaiano da tanto tempo gravati da innegabili affanni, per la soverchiante complessità delle situazioni affrontate, molte sperimentazioni virtuose ci informano che lavorare in un altro modo è possibile. Buone prassi altamente istruttive si segnalano a tutti i livelli, sia in quello generale della governance politico-amministrativa, sia in quello della dirigenza dei diversi enti coinvolti nell’erogazione dei servizi, sia nel cruciale livello dei singoli professionisti coinvolti nelle dirette decisioni sul campo (assistenti sociali, educatori, psicologi clinici, magistrati, ecc.). Il classico dilemma tra esigenze di immediato controllo dei rischi e quelle delle più lente e meditate azioni recuperative – entrambe prioritarie – deve necessariamente risolversi in format organizzativi capaci di rispondere all’incessante domanda di sicurezza, umanità e razionalità che giunge loro da territori sempre più complicati e fragili. La fatica primaria di questa ricomposizione di istanze apparentemente inconciliabili grava da tempo soprattutto sulle spalle dei singoli professionisti. Stretti, da un lato, nella tenaglia della burocrazia e delle procedure e, dall’altro, da aspettative tecnicistiche a volte inutilmente esasperate, gli operatori sociali e sanitari – perennemente in trincea sulla linea del fronte – sono chiamati a rompere l’accerchiamento e a contrattaccare con idee e pratiche metodologicamente sensate e innovative.
Il convegno intende documentare e portare allo scoperto le buone prassi di tutela minorile che, a livello nazionale e internazionale, hanno saputo creare esperienze efficaci di reale promozione della condizione minorile, specie delle situazioni più a rischio, e possono essere diffuse trasferendole, con opportuni adeguamenti, ad altri contesti. Particolare attenzione verrà data a una ‘lettura relazionale’ di questi interventi, vale a dire alla loro capacità di essere riflessivi e consistenti nel gestire i contesti relazionali, facilitando il dialogo e la compartecipazione alle decisioni tra i diversi soggetti interessati (minori, genitori, altri familiari, volontari, professionisti, ecc.), pur senza disattendere la cornice normativa del controllo istituzionale.

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