mercoledì 20 ottobre 2010

"Adozioni in pancia”: scontro Aibi-Giovanardi

Adottare, anche in Italia, secondo il modello “Juno”, l’adolescente americana resa popolare dall’omonimo  film e che invece di abortire sceglie, con tanto di pancione, chi adotterà  suo figlio. Sarebbe una novità  per il  nostro Paese, e qualora diventi realtà riguarderà proprio bambini nati in Usa. Al momento,  però, l’ipotesi è al centro di uno scontro fra l’unico ente italiano autorizzato negli Stati Uniti, l’Aibi (Amici del bambini), e il presidente della Commissione per le adozioni internazionali, ii sottosegretario Carlo Giovanardi. Della vicenda si occuperà la stessa commissione, nella prossima riunione.  L’Aibi ha annunciato oggi che si sta attivando con con coppie  italiane per la cosiddetta “adozione diretta”, legale negli Usa, dove è la madre (o i genitori biologici) a scegliere la coppia a cui dare il proprio  figlio in adozione, anche quando e ancora in corso la gravidanza. In questo  tipo di adozione, rientrano  anche i casi di donne incinte in difficoltà  che non riescono a trovare  una famiglia americana che voglia adottare  il loro bimbo.
All’annuncio  orà è arrivato lo stop di Giovanardi. Queste procedure, non sono previste  dalla normativa  italiana. E quindi non si possono fare. La legge italiana  è chiara e non consente contatti  di tipo privatistico, contrattuali, fra la famiglia biologica e la famiglia adottiva. Neanche l’Aibi puà farlo.
Contrari  alle  adozioni dirette  anche l’Anfaa (Associazione famiglie adottive ed affidatarie) e Alessandra Mussolini, presidente della Commissione bicamerale per l’infanzia, che temono l’alimentarsi  di un mercato  e di una compravendita.  Una volta che sara fatta chiarezza sulla questione, resta per le famiglie ii nodo  del costi che per l’intera procedura variano da 20 a 28mila dollari. In particolare, la coppia adottante provvede a sostenere la famiglia biologica nel corso della gravidanza, coprendo  le spese mediche  e, in alcuni casi, anche  altre spese come vitto e alloggio.
(Fonte l'Avvenire)

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