martedì 26 ottobre 2010

Adozioni Internazionali: summit tra CAI ed Enti autorizzati

Sono iniziati ieri a Roma, i lavori della tre giorni che vedranno impegnati Enti Autorizzati e rappresentati della Commissione Adozioni Internazionali (CAI).
L’incontro, che vedrà la partecipazione di importanti attori del mondo delle adozioni internazionali, ha avuto inizio con una presentazione dell’indagine conoscitiva 2009 “L’esperienza adottiva dal punto di vista delle famiglie”.
A seguire saranno presentati e discussi i risultati del Gruppo Qualità: “Dall’esperienza agli orientamenti e indirizzi per un intervento di qualità nella presa in carico e accompagnamento delle famiglie adottive”. La conclusione dei lavori è invece prevista per martedì 26 ottobre con l’intervento del Sen. Carlo Amedeo Giovanardi.
L’incontro assume un’importanza strategica alla luce degli ultimi dati statistici pubblicati dalla CAI che evidenziano una fuga dalle Adozioni Internazionali.
Al 30/06/2010 sono giunti alla Commissione 1.553 decreti e per fine anno si prevede di arrivare, a meno di variazioni positive, all’incirca a quota 3.000.
Questi dati evidenziano un crollo tendenziale del 30% rispetto al 2009 quando i decreti di idoneità sono stati 4.377; il divario si fa ancora più grande (40%) se viene preso in esame il dato del 2008 che aveva registrato 5.030 decreti.
Dal rapporto statistico della CAI emerge un altro dato che desta preoccupazione: le coppie in possesso di decreti di idoneità emessi nel periodo 2006-2009 che non hanno mai conferito l’incarico ad un ente autorizzato sono state 7.731 a fronte di 21.279 decreti di idoneità emessi. Ciò significa che il 35,1% dei decreti non dà luogo a incarico a un ente autorizzato.
Il summit di Roma è stato preceduto da un incontro tra gli Enti Autorizzati per cercare di individuare possibili soluzioni al problema della rappresentatività degli stessi Enti.
A causa dei problemi relativi alla proporzionalità dei rappresentanti si è infatti creato un blocco del sistema, evidenziato da più parti. Sono mesi che non si realizzano più tavoli di discussione proprio per un problema di rappresentatività.
(Fonte AI.BI.)

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