venerdì 29 ottobre 2010

Figli naturali e legittimi con gli stessi diritti

Figli naturali come figli legittimi. Stessi diritti per tutti i bimbi, siano essi nati fuori o dentro il matrimonio. Il via libera al disegno di legge delega in materia di filiazione, che prevede un'innovazione del Codice civile e assicura l'equiparazione anche lessicale tra i due status, è arrivato stamattina dal Consiglio dei Ministri. Disco rosso invece all'obbligo per i genitori di amare i figli: il diritto a essere amati scompare dall'articolato originario perche' l'amore - ha sottolineato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla famiglia, Carlo Giovanardi - "non è un diritto esigibile".
La novità principale del provvedimento (definito "una svolta epocale" dallo stesso Giovanardi) rimane comunque l'equiparazione tra figli naturali e legittimi, che cancella, secondo il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, "un'odiosa e anacronistica discriminazione, che andava a colpire i più piccoli, l'anello più debole di ogni famiglia".
Non ci saranno più figli di serie A e figli di serie B, neppure per quanto riguarda il diritto di successione: il provvedimento, oltre a riconoscere il rapporto dei figli con i genitori e con i nonni, elimina anche le discriminazioni in materia di eredità, perché i figli naturali diventano parenti dei parenti dei genitori.
Nulla da fare invece per il diritto - che si voleva inserire nella legge - di un figlio a essere amato dai genitori (oltre a essere "mantenuto, educato, istruito"). Su questo punto, ammette Giovanardi, "avevo espresso le mie perplessità. Il diritto all'amore è condivisibile, ma non esigibile. E il Cdm ha condiviso questo tipo di obiezione. Ma se il Parlamento vorra' approfondire l'argomento sarà libero di farlo".
Tra le altre modifiche previste dal provvedimento, alcune riguardano la sfera educativa-culturale. Nelle scelte importanti che li riguardano, le opinioni dei figli peseranno di più. I genitori saranno obbligati ad ascoltarli e i loro pensieri dovranno "essere presi in considerazione, tendendo conto dell'età e del grado di maturazione". Ma allo stesso tempo il figlio non potrà sottrarsi alle sue responsabilità familiari, rispettando i genitori e contribuendo, "in relazione alle proprie capacità, alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finche' convive con essa".
(Fonte Rainews 24)

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