La COP16, cioe' la 16esima Conferenza della Parti che si tiene da oggi al 10 dicembre prossimo a Cancun, e' promossa sotto l'egida dell'United Nations Framework Convention on climate change (UNFCCC) e vi parteciperanno oltre 45mila delegati di piu' di 190 Paesi del mondo. Diversamente dall'edizione precedente che si e' tenuta nel 2009 a Copenhagen, probabilmente non vi parteciperanno volti noti come quelli del presidente USA Barack Obama, ma il livello sara' operativo e vedra' al lavoro ministri all'Ambiente, agli Affari esteri e diplomatici.
I NUMERI SUL CLIMA: I dati sul clima alla base lavori sono quelli fissati dall'Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, secondo cui per tenere le temperature atmosferiche al di sotto di un incremento di 2 gradi su base annua i Paesi ad economia avanzata dovranno tagliare entro il 2020 le loro emissioni tra il 25 e il 40% al di sotto dei livelli del 1990. Nel 20esimo secolo le temperature sono cresciute dello 0,7%, ma studi recentissimi denunciano che il 2010 segnera' un aumento record delle temperature grazie alla ripresa economica e la Nasa ha indicato che lo scorso anno e' stato il piu' caldo dal 1880.
I POSSIBILI ESITI DEL VERTICE: Il meeting di Cancun dovrebbe portare a degli avanzamenti rispetto al debole Accordo di Copenhagen, in direzione di un nuovo accordo globale di taglio delle emissioni e di intervento sui cambiamenti climatici. Misure, queste ultime, non contenute nel precedente Accordo di Kyoto che scadra' nel 2010. Su questa strada, tuttavia, troviamo molti ostacoli. La capo-negoziatrice dell'UNFCCC, la segretaria esecutiva Christiana Figueres, ha anticipato che il migliore risultato atteso per Cancun e' quello di costruire la cornice negoziale per un nuovo Accordo multilaterale sul clima da discutere ai vertici di Johannesburg del 2011 e di Rio del 2012, e non certo di arrivare ad un nuovo accordo vincolante. Temi sui quali si dovrebbero registrare passi avanti a Cancun sono quelli degli Aiuti internazionali per le misure di contrasto e di adattamento ai cambiamenti climatici, alla deforestazione e di fissazione degli obiettivi ottimali di taglio delle emissioni per ciascun Paese membro delle Nazioni Unite. In predicato anche il diritto dei popoli indigeni di determinare le politiche migliori per i propri territori.
I BLOCCHI CONTRAPPOSTI: Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo si fronteggiano ormai da molti mesi rispetto a chi dovra' sostenere il peso maggiore legato al taglio delle emissioni. Stati Uniti - i principali inquinatori ''storici'' - e Cina ''il principale inquinatore attuale'' - guidano i due blocchi contrapposti cercando di strappare gli uni gli altri i maggiori tagli di emissioni e i maggiori stanziamenti in denaro nell'ambito dei negoziati. Gli Stati Uniti rimproverano alla Cina di non impegnarsi ad un taglio vincolante e di volersi sottrarre a meccanismi stringenti di monitoraggio, la Cina accusa Usa e Paesi ricchi di non fare abbastanza per ridurre la propria impronta ecologica. Un terreno scivoloso sul quale rischia di implodere anche questa COP come le precedenti.
FINANZIAMENTI: Le Nazioni Unite puntano in questo vertice anche a fare dei passi avanti rispetto al livello di finanziamenti previsti, per raggiungere almeno una somma di 30 miliardi di dollari, gia' promessa a Copenhagen, per affrontare in 'fast track', cioe' in modalita' accelerata gli impegni dei Paesi piu' poveri rispetto alle politiche di adattamento.
L'obiettivo e' di raggiungere 100 miliardi di dollari di impegni entro il 2020. Ma tra impegnarsi ed erogare c'e' una certa differenza, tanto che al momento non si e' arrivati ad avere davvero in cassa nemmeno i primi 30.
Dopo Cancun le Parti si riuniranno ancora sotto l'egida dell'UNFCCC in Sudafrica, nel dicembre 2011, e a Rio de Janeiro, dove si terra' il ventesimo anniversario dell'Earth Summit in cui fu creata la Convenzione delle Nazioni Unite sul Clima.
(Fonte Asca)
I NUMERI SUL CLIMA: I dati sul clima alla base lavori sono quelli fissati dall'Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, secondo cui per tenere le temperature atmosferiche al di sotto di un incremento di 2 gradi su base annua i Paesi ad economia avanzata dovranno tagliare entro il 2020 le loro emissioni tra il 25 e il 40% al di sotto dei livelli del 1990. Nel 20esimo secolo le temperature sono cresciute dello 0,7%, ma studi recentissimi denunciano che il 2010 segnera' un aumento record delle temperature grazie alla ripresa economica e la Nasa ha indicato che lo scorso anno e' stato il piu' caldo dal 1880.
I POSSIBILI ESITI DEL VERTICE: Il meeting di Cancun dovrebbe portare a degli avanzamenti rispetto al debole Accordo di Copenhagen, in direzione di un nuovo accordo globale di taglio delle emissioni e di intervento sui cambiamenti climatici. Misure, queste ultime, non contenute nel precedente Accordo di Kyoto che scadra' nel 2010. Su questa strada, tuttavia, troviamo molti ostacoli. La capo-negoziatrice dell'UNFCCC, la segretaria esecutiva Christiana Figueres, ha anticipato che il migliore risultato atteso per Cancun e' quello di costruire la cornice negoziale per un nuovo Accordo multilaterale sul clima da discutere ai vertici di Johannesburg del 2011 e di Rio del 2012, e non certo di arrivare ad un nuovo accordo vincolante. Temi sui quali si dovrebbero registrare passi avanti a Cancun sono quelli degli Aiuti internazionali per le misure di contrasto e di adattamento ai cambiamenti climatici, alla deforestazione e di fissazione degli obiettivi ottimali di taglio delle emissioni per ciascun Paese membro delle Nazioni Unite. In predicato anche il diritto dei popoli indigeni di determinare le politiche migliori per i propri territori.
I BLOCCHI CONTRAPPOSTI: Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo si fronteggiano ormai da molti mesi rispetto a chi dovra' sostenere il peso maggiore legato al taglio delle emissioni. Stati Uniti - i principali inquinatori ''storici'' - e Cina ''il principale inquinatore attuale'' - guidano i due blocchi contrapposti cercando di strappare gli uni gli altri i maggiori tagli di emissioni e i maggiori stanziamenti in denaro nell'ambito dei negoziati. Gli Stati Uniti rimproverano alla Cina di non impegnarsi ad un taglio vincolante e di volersi sottrarre a meccanismi stringenti di monitoraggio, la Cina accusa Usa e Paesi ricchi di non fare abbastanza per ridurre la propria impronta ecologica. Un terreno scivoloso sul quale rischia di implodere anche questa COP come le precedenti.
FINANZIAMENTI: Le Nazioni Unite puntano in questo vertice anche a fare dei passi avanti rispetto al livello di finanziamenti previsti, per raggiungere almeno una somma di 30 miliardi di dollari, gia' promessa a Copenhagen, per affrontare in 'fast track', cioe' in modalita' accelerata gli impegni dei Paesi piu' poveri rispetto alle politiche di adattamento.
L'obiettivo e' di raggiungere 100 miliardi di dollari di impegni entro il 2020. Ma tra impegnarsi ed erogare c'e' una certa differenza, tanto che al momento non si e' arrivati ad avere davvero in cassa nemmeno i primi 30.
Dopo Cancun le Parti si riuniranno ancora sotto l'egida dell'UNFCCC in Sudafrica, nel dicembre 2011, e a Rio de Janeiro, dove si terra' il ventesimo anniversario dell'Earth Summit in cui fu creata la Convenzione delle Nazioni Unite sul Clima.
(Fonte Asca)