Assicurare l'adozione di linee guida nazionali che risolvano alcuni nodi interpretativi ed attuativi della legislazione sull'affido. E' questo uno dei dieci punti che costituiscono il documento realizzato dalle associazioni e dalle reti nazionali e regionali di famiglie affidatarie - tra cui Aibi, Cnca, Associazione Papa Giovanni XXIII - presentato alla Conferenza nazionale della famiglia di Milano per rilanciare l'affido. Le associazioni chiedono anche leggi regionali e regolamenti locali che assicurino l'esigibilità del diritto alla famiglia definendo competenze e responsabilità, copertura finanziarie, protocolli operativi. "Occorre rilanciare a tutti i livelli, istituzionali e non, la promozione dell'affidamento familiare inteso come strumento che integra, senza sostituire, il ruolo delle figure genitoriali- si legge nel documento-. Occorre anche attuare i percorsi di affidamento familiare con sempre maggiore consapevolezza, declinando, senza erronei automatismi, il principio normativo della prioritaria scelta dell'affido rispetto all'inserimento in comunità".
"Occorre- prosegue il documento- assicurare in tutti i territori del paese l'istituzione dei servizi per la famiglia e, tra questi, dei servizi per l'affido dotati di sufficiente e stabile personale socio-assistenziale e sanitario". E ancora, "completare e potenziare il sistema di monitoraggio dei servizi ed interventi di tutela del diritto dei minori alla famiglia e attivare banche dati nazionali e regionali dei minori fuori famiglia".
Un altro punto è dedicato alle finalità dell'affido: "Serve tenere ben distinte le diverse finalità dell'affidamento familiare e dell'adozione dei minori, superando improprie commistioni e confusioni, regolamentando bene le adozioni in casi particolari, sviluppando con le istituzioni preposte (regioni, enti locali, magistratura minorile) condivise modalità di intervento nei casi di affidamenti ad esito incerto, definendo le condizioni per il contenimento della durata degli affidi e per un corretto e consapevole ricorso agli affidamenti di lungo periodo che devono comunque essere sostenuti da un progetto monitorato con regolarità".
(Fonte Agenzia Dire)
"Occorre- prosegue il documento- assicurare in tutti i territori del paese l'istituzione dei servizi per la famiglia e, tra questi, dei servizi per l'affido dotati di sufficiente e stabile personale socio-assistenziale e sanitario". E ancora, "completare e potenziare il sistema di monitoraggio dei servizi ed interventi di tutela del diritto dei minori alla famiglia e attivare banche dati nazionali e regionali dei minori fuori famiglia".
Un altro punto è dedicato alle finalità dell'affido: "Serve tenere ben distinte le diverse finalità dell'affidamento familiare e dell'adozione dei minori, superando improprie commistioni e confusioni, regolamentando bene le adozioni in casi particolari, sviluppando con le istituzioni preposte (regioni, enti locali, magistratura minorile) condivise modalità di intervento nei casi di affidamenti ad esito incerto, definendo le condizioni per il contenimento della durata degli affidi e per un corretto e consapevole ricorso agli affidamenti di lungo periodo che devono comunque essere sostenuti da un progetto monitorato con regolarità".
(Fonte Agenzia Dire)
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