Vogliamo ripercorrere, in questo approfondimento, la complessa vicenda delle tariffe postali per l'editoria, profit e non profit, fino alle ultime, e deludenti, novità normative.
La storia ha inizio con il Decreto 30 marzo 2010 (pubblicato nella G.U. n. 75 del 31 marzo 2010), che, con decorrenza dal 1 aprile 2010, sospende tutti gli "sconti" tariffari previsti per la spedizione dei prodotti editoriali dei soggetti profit e non profit. Una decisione dettata dall'impossibilità di sostenere ulteriormente gli oneri, a carico dell'Erario, per i rimborsi a Poste Italiane.
La soppressione delle tariffe agevolate postali per tutta l'editoria libraria, quotidiana e periodica, colpisce in maniera particolarmente dura le organizzazioni del settore non profit. E' stato stimato un aumento del 500% circa per ogni singola spedizione. Molto forti sono state quindi le proteste, le denunce, e gli appelli.
Con l'approvazione definitiva da parte del Senato, il 19 maggio 2010, del Decreto legge incentivi, sono state ripristinate, ma solo per l'editoria non profit, le agevolazioni nella misura massima del 50% della tariffa ordinaria, grazie ad una copertura di 30 milioni di euro per il 2010.
Nell'emendamento si legge però che: "A fronte del citato stanziamento, le tariffe postali a favore dei soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46 così come modificato dal presente comma, possono essere ridotte con decreto del Ministro per lo sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Presidenza del Consiglio dei Ministri".
Si arriva così a settembre, quando sembrava imminente la firma del decreto interministeriale che avrebbe sbloccato i 30 milioni di euro necessari per il reintegro delle tariffe agevolate nell'anno 2010 (mentre per il 2011 il problema rimane irrisolto).
In contemporanea, però, la situazione è stata resa ancor più confusa da Poste Italiane Spa: a seguito di una serie di contatti tra alcune associazioni e Poste, infatti, era stato possibile individuare un prodotto, il Postatarget creative sperimentale, che fissava una tariffa più bassa (tra lo 0,14 e lo 0,19, al posto dei 28 centesimi divenuti regolari dopo la soppressione delle agevolazioni), per quelle organizzazioni non profit che, fino al 5 dicembre, inviano volumi superiori a 100mila pezzi. Ma sembra che pochissime realtà non profit siano riuscite ad ottenere questo servizio.
Una prima, brusca frenata alle aspettative sopraggiunge il 30 settembre, quando è stato respinto un ordine del giorno, proposto dal deputato democratico Luigi Bobba e firmato anche dagli onorevoli Fioroni e Gentiloni, che prevedeva lo stanziamento immediato di 30 milioni di euro a compensazione del taglio sulle tariffe postali agevolate previsto dal decreto legge 25 marzo 2010 n. 40, convertito con legge 22 maggio 2010, n. 73.
L'odg chiedeva non solo di prevedere per il 2011 precise misure economiche relativamente alle tariffe postali agevolate per i periodici e per i piccoli editori, ma anche di rafforzare il sostegno per l'editoria del non profit.
Un secondo brutto colpo è rappresentato dal recente Decreto interministeriale del 21 ottobre 2010, che interviene nella materia ma solo per quanto concerne gli editori.
Il suddetto decreto, firmato dal Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell'economia e delle finanze, introduce nuove condizioni per le spedizioni dei prodotti (ad esclusione dei libri spediti tramite pacchi) riservati alle imprese editrici di quotidiani e periodici iscritte al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC).
Si tratta dell'attuazione di quanto previsto dalla legge 1 ottobre 2010 n. 163 (pubblicata sulla G.U. del 5 ottobre) che, per dare corso ad un accordo raggiunto nello scorso mese di luglio tra Poste Italiane e la FIEG (Federazione italiana editori giornali), l'Uspi (Unione stampa periodica italiana), l'Anes (Ass. nazionale editoria specializzata), la File (Federazione italiana liberi editori), la Fisc (Federazione italiana stampa cattolica) - accordo col quale in sostanza si riduceva l'aumento delle tariffe e lo si dilazionava negli anni - affidava appunto ad un decreto ministeriale applicativo la ridefinizione delle tariffe massime applicabili per la spedizione postale dei prodotti editoriali, senza oneri a carico del bilancio dello Stato.
Si sono così ottenute tariffe postali (applicabili dal 1 settembre 2010) compatibili sia con le esigenze degli editori, sia con i vincoli generali del bilancio pubblico.
L'unico settore, in ambito profit, che rimane ancora scoperto è quello dei pacchi editoriali.
Ma a questo punto viene spontaneo chiedersi: e il non profit?
Non ha ottenuto nulla.
E' ancora in attesa dello sblocco dei 30 milioni di euro per il 2010.
Questo la dice lunga sul peso che viene dato al terzo settore, ancora una volta dimenticato.
La storia ha inizio con il Decreto 30 marzo 2010 (pubblicato nella G.U. n. 75 del 31 marzo 2010), che, con decorrenza dal 1 aprile 2010, sospende tutti gli "sconti" tariffari previsti per la spedizione dei prodotti editoriali dei soggetti profit e non profit. Una decisione dettata dall'impossibilità di sostenere ulteriormente gli oneri, a carico dell'Erario, per i rimborsi a Poste Italiane.
La soppressione delle tariffe agevolate postali per tutta l'editoria libraria, quotidiana e periodica, colpisce in maniera particolarmente dura le organizzazioni del settore non profit. E' stato stimato un aumento del 500% circa per ogni singola spedizione. Molto forti sono state quindi le proteste, le denunce, e gli appelli.
Con l'approvazione definitiva da parte del Senato, il 19 maggio 2010, del Decreto legge incentivi, sono state ripristinate, ma solo per l'editoria non profit, le agevolazioni nella misura massima del 50% della tariffa ordinaria, grazie ad una copertura di 30 milioni di euro per il 2010.
Nell'emendamento si legge però che: "A fronte del citato stanziamento, le tariffe postali a favore dei soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46 così come modificato dal presente comma, possono essere ridotte con decreto del Ministro per lo sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Presidenza del Consiglio dei Ministri".
Si arriva così a settembre, quando sembrava imminente la firma del decreto interministeriale che avrebbe sbloccato i 30 milioni di euro necessari per il reintegro delle tariffe agevolate nell'anno 2010 (mentre per il 2011 il problema rimane irrisolto).
In contemporanea, però, la situazione è stata resa ancor più confusa da Poste Italiane Spa: a seguito di una serie di contatti tra alcune associazioni e Poste, infatti, era stato possibile individuare un prodotto, il Postatarget creative sperimentale, che fissava una tariffa più bassa (tra lo 0,14 e lo 0,19, al posto dei 28 centesimi divenuti regolari dopo la soppressione delle agevolazioni), per quelle organizzazioni non profit che, fino al 5 dicembre, inviano volumi superiori a 100mila pezzi. Ma sembra che pochissime realtà non profit siano riuscite ad ottenere questo servizio.
Una prima, brusca frenata alle aspettative sopraggiunge il 30 settembre, quando è stato respinto un ordine del giorno, proposto dal deputato democratico Luigi Bobba e firmato anche dagli onorevoli Fioroni e Gentiloni, che prevedeva lo stanziamento immediato di 30 milioni di euro a compensazione del taglio sulle tariffe postali agevolate previsto dal decreto legge 25 marzo 2010 n. 40, convertito con legge 22 maggio 2010, n. 73.
L'odg chiedeva non solo di prevedere per il 2011 precise misure economiche relativamente alle tariffe postali agevolate per i periodici e per i piccoli editori, ma anche di rafforzare il sostegno per l'editoria del non profit.
Un secondo brutto colpo è rappresentato dal recente Decreto interministeriale del 21 ottobre 2010, che interviene nella materia ma solo per quanto concerne gli editori.
Il suddetto decreto, firmato dal Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell'economia e delle finanze, introduce nuove condizioni per le spedizioni dei prodotti (ad esclusione dei libri spediti tramite pacchi) riservati alle imprese editrici di quotidiani e periodici iscritte al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC).
Si tratta dell'attuazione di quanto previsto dalla legge 1 ottobre 2010 n. 163 (pubblicata sulla G.U. del 5 ottobre) che, per dare corso ad un accordo raggiunto nello scorso mese di luglio tra Poste Italiane e la FIEG (Federazione italiana editori giornali), l'Uspi (Unione stampa periodica italiana), l'Anes (Ass. nazionale editoria specializzata), la File (Federazione italiana liberi editori), la Fisc (Federazione italiana stampa cattolica) - accordo col quale in sostanza si riduceva l'aumento delle tariffe e lo si dilazionava negli anni - affidava appunto ad un decreto ministeriale applicativo la ridefinizione delle tariffe massime applicabili per la spedizione postale dei prodotti editoriali, senza oneri a carico del bilancio dello Stato.
Si sono così ottenute tariffe postali (applicabili dal 1 settembre 2010) compatibili sia con le esigenze degli editori, sia con i vincoli generali del bilancio pubblico.
L'unico settore, in ambito profit, che rimane ancora scoperto è quello dei pacchi editoriali.
Ma a questo punto viene spontaneo chiedersi: e il non profit?
Non ha ottenuto nulla.
E' ancora in attesa dello sblocco dei 30 milioni di euro per il 2010.
Questo la dice lunga sul peso che viene dato al terzo settore, ancora una volta dimenticato.
(Fonte Nonprofit Online)
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