Un sit-in di protesta a Montecitorio per dire no all’art.5 della legge n.126 del 3 agosto 2010, che “ha indebitamente sottratto ai disabili posti di lavoro a vantaggio di altre categorie e rischia di compromettere irrimediabilmente un diritto già fortemente condizionato da gravi ritardi e inadempienze nell’applicazione della legge 68 del 1999”. A organizzarlo sono state la Fp Cgil di Roma e del Lazio, l’associazione Capodarco Roma onlus, il Comitato genitori Giovani disabili psichici e la Casa della solidarietà onlus.
Disabili al lavoro
Circa 80 persone tra disabili, familiari e rappresentanti delle associazioni si sono radunate di fronte al Parlamento per lanciare un appello ai politici. Tra gli slogan sui cartelli dei manifestanti, “I disabili non sono cittadini di serie B”, “Respingo l’attacco al diritto al lavoro dei disabili” e “No all’art.5 della legge 126/10”. Mentre era in corso la manifestazione, una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dalla segretaria della Presidenza della Camera.
“Ad agosto è stata varata una norma che cancella una parte importante della legge 68 e che consente di cedere la quota del 7% riservato ai disabili ad altri cittadini in difficoltà, come i figli delle vittime del terrorismo e dei caduti sul lavoro. Quest’altra categoria di disagiati occuperà i posti delle persone con disabilità ma queste persone hanno possibilità di fare concorsi, a differenza dei disabili - sottolinea Fiorella Puglia della Fp Cgil di Roma e Lazio -. Noi chiediamo un’interpretazione autentica che stabilisca quale quota è riservata ai disabili e quale alle altre categorie svantaggiate. Non è una guerra tra poveri, non è possibile estendere i diritti di una categoria alle spalle di un’altra”.
Per il comitato genitori dei giovani disabili psichici la legge del 3 agosto penalizza soprattutto i disabili psichici. “Se non utilizzano la quota del 7% i nostri figli sono fuori dal mondo del lavoro – sottolinea Virginio Massimo, genitore di un ragazzo artistico -. I ragazzi disabili psichici sono vittime di un forte pregiudizio e per loro questa norma è l’unica possibilità per entrare nel mondo del lavoro”. Anche per Luigi Guerra, disabile dell’associazione cooperativa Capodarco di Roma, questa legge penalizza pesantemente le persone con disabilità. “Sono anni che subiamo per i ripetuti tagli che vanno a distruggere tutte le nostre possibilità. E noi continuiamo a rischiare di brutto. Una volta erano i genitori che si vergognavano di far uscire di casa i figli disabili, oggi sono i politici che si vergognano di noi. La Polverini ha dato i soldi a Califano mentre gli altri muoiono di fame. Non è giusto, perché sono soldi tolti alle categorie più deboli”.
Alla manifestazione erano presenti tre parlamentari del Pd: Luciana Pedoto della Commissione Affari sociali, Augusto Battaglia e Amalia Schirru, prima firmataria della legge di modifica della legge 126 del 2010, presentata ai primi di settembre alla Camera.
“Abbiamo presentato una misura correttiva alla legge 126 che riporti al rispetto integrale della legge 68, che prevede già una quota per l’inserimento lavorativo delle persone disabili negli enti pubblici - sottolinea la Schirru -. Abbiamo già ricevuto disponibilità da parte del presidente della Commissione Lavoro, Moffa”. Luciana Pedoto sottolinea invece la necessità di arrivare alla calendarizzazione della proposta di legge del Pd “prima possibile”.
“Se non viene modificata questa norma, in un solo anno si perderanno migliaia di posti di lavoro in tutta Italia, Già gli uffici di collocamento stannno dando disposizioni che bloccano il collocamento delle persone disabili. Un governo così nemico dei disabili non ce lo ricordavamo da un pezzo”.
(Fonte Affari Italiani)
Disabili al lavoro
Circa 80 persone tra disabili, familiari e rappresentanti delle associazioni si sono radunate di fronte al Parlamento per lanciare un appello ai politici. Tra gli slogan sui cartelli dei manifestanti, “I disabili non sono cittadini di serie B”, “Respingo l’attacco al diritto al lavoro dei disabili” e “No all’art.5 della legge 126/10”. Mentre era in corso la manifestazione, una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dalla segretaria della Presidenza della Camera.
“Ad agosto è stata varata una norma che cancella una parte importante della legge 68 e che consente di cedere la quota del 7% riservato ai disabili ad altri cittadini in difficoltà, come i figli delle vittime del terrorismo e dei caduti sul lavoro. Quest’altra categoria di disagiati occuperà i posti delle persone con disabilità ma queste persone hanno possibilità di fare concorsi, a differenza dei disabili - sottolinea Fiorella Puglia della Fp Cgil di Roma e Lazio -. Noi chiediamo un’interpretazione autentica che stabilisca quale quota è riservata ai disabili e quale alle altre categorie svantaggiate. Non è una guerra tra poveri, non è possibile estendere i diritti di una categoria alle spalle di un’altra”.
Per il comitato genitori dei giovani disabili psichici la legge del 3 agosto penalizza soprattutto i disabili psichici. “Se non utilizzano la quota del 7% i nostri figli sono fuori dal mondo del lavoro – sottolinea Virginio Massimo, genitore di un ragazzo artistico -. I ragazzi disabili psichici sono vittime di un forte pregiudizio e per loro questa norma è l’unica possibilità per entrare nel mondo del lavoro”. Anche per Luigi Guerra, disabile dell’associazione cooperativa Capodarco di Roma, questa legge penalizza pesantemente le persone con disabilità. “Sono anni che subiamo per i ripetuti tagli che vanno a distruggere tutte le nostre possibilità. E noi continuiamo a rischiare di brutto. Una volta erano i genitori che si vergognavano di far uscire di casa i figli disabili, oggi sono i politici che si vergognano di noi. La Polverini ha dato i soldi a Califano mentre gli altri muoiono di fame. Non è giusto, perché sono soldi tolti alle categorie più deboli”.
Alla manifestazione erano presenti tre parlamentari del Pd: Luciana Pedoto della Commissione Affari sociali, Augusto Battaglia e Amalia Schirru, prima firmataria della legge di modifica della legge 126 del 2010, presentata ai primi di settembre alla Camera.
“Abbiamo presentato una misura correttiva alla legge 126 che riporti al rispetto integrale della legge 68, che prevede già una quota per l’inserimento lavorativo delle persone disabili negli enti pubblici - sottolinea la Schirru -. Abbiamo già ricevuto disponibilità da parte del presidente della Commissione Lavoro, Moffa”. Luciana Pedoto sottolinea invece la necessità di arrivare alla calendarizzazione della proposta di legge del Pd “prima possibile”.
“Se non viene modificata questa norma, in un solo anno si perderanno migliaia di posti di lavoro in tutta Italia, Già gli uffici di collocamento stannno dando disposizioni che bloccano il collocamento delle persone disabili. Un governo così nemico dei disabili non ce lo ricordavamo da un pezzo”.
(Fonte Affari Italiani)
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