martedì 16 novembre 2010

Emergenza umanitaria tra Angola e Congo Centinaia picchiati e violentati dalla polizia

Dramma umanitario nella foresta africana al confine tra Angola e Repubblica democratica del Congo. Oltre trecento persone, picchiate e violentate, sono state abbandonate nude e senza nulla da mangiare tra gli alberi. Le hanno salvate appena in tempo, ma una donna di 27 anni è morta all'ospedale in seguito ai maltrattamenti. E non si tratta, questa volta, di scontri tribali o di gruppi di ribelli disperati che colpiscono chiunque. In questo caso (e non solo in questo perché episodi del genere si stanno ripetendo sempre più spesso), la responsabilità va attribuita direttamente alla polizia di frontiera e a quella penitenziaria angolane che compiono questi misfatti in nome e per conto di un governo legittimo nell'ambito di scontri politici ed economici tra i due paesi di cui la gente qualsiasi subisce incolpevole le conseguenze.
La denuncia arriva da Francesco Mazzarelli, rappresentante in Congo del Cisp-Sviluppo dei popoli, una ong italiana presente lung tutta la frontiera tra i due paesi: "Carcere, torture, violenze sessuali e ruberie: sono gli abusi che hanno subito i 322 congolesi espulsi il 23 ottobre scorso dall'Angola nella città di Tembo, vicino il confine tra i due Paesi. Le persone violentate sono state 116, di cui 99 donne e 17 uomini. Sono stati abbandonati in mezzo alla foresta, vicino al confine, nudi e senza niente. E questo solo uno degli episodi di quella che ormai è una vera e propria emergenza umanitaria".
"Si tratta di persone  -  racconta Mazzarelli  -  che cercano di attraversare la frontiera per lavorare nelle miniere di diamanti dell'Angola, ma che vengono intercettate dalle autorità angolane, derubate e tenute in carcere anche fino a 6 mesi. Gli uomini vengono torturati mentre le donne sono violentate. A compiere questi abusi è la polizia frontaliera, penitenziaria e le vittime sono anche persone del Congo Brazzaville e dell'Africa dell'ovest". Il Cisp-Sviluppo dei popoli ha risposto all'emergenza di queste persone, prendendosi carico di 110 di loro, quelli che stavano peggio, dando loro cibo, vestiti e pagandogli le cure in ospedale.
Ma quello di ottobre è solo uno dei tanti episodi di abusi che vedono vittima la popolazione civile nei contrasti tra i due Paesi. Da gennaio al 31 ottobre 2010 sono state espulse dall'Angola 17mila persone verso i territori congolesi di Luiza, e circa 20mila a Tshikapa nella provincia del Kasai. Solo nel mese di ottobre sono arrivate 6621 persone nei due territori, vittime di violenze. Ma il problema riguarda tutto il confine, anche la provincia di Bandundu, dove sono state espulse tra gennaio e giugno 4261 persone e 600 nell'ultimo mese. "Angola e RDC sono stati alleati nella guerra tra il 1998 e 2003, ma le loro relazioni sono peggiorate negli ultimi anni per questioni di confine e sfruttamento del petrolio. Il Congo  -  conclude Mazzarelli  -  a sua volta risponde con altre espulsioni o negando tutto, come in questo caso. Il dato di fatto è che a farne le spese è la gente inerme".
(Fonte La Repubblica)

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