"Caro Commissario De Gucht, giù le mani dalle nostre medicine". Cominciano tutte così le centinaia di lettere indirizzate alla direzione europea del Commercio e firmate dai sostenitori di Medici senza Frontiere. Lo scopo: bloccare le trattative tra Ue ed India per la riduzione dell'accesso ai farmaci generici prodotti a basso costo. La campagna "Giù le mani dalle nostre medicine 1" è stata inaugurata l'11 novembre, e cioè quando l'Unione europea ha ripreso i negoziati bilaterali di libero scambio (Fta) con il colosso del Pacifico. La bozza di accordo contiene diverse disposizioni sulla proprietà intellettuale e restrizioni che - spiega Msf - "vanno molto al di là di quanto stabilito dalle regole del commercio internazionale perché minacciano l'approvvigionamento di medicinali dall'India". Per l'associazione di medici il rischio è altissimo: "Se l'accordo venisse firmato non riusciremmo più a curare i nostri oltre 160 mila pazienti". Infatti, l'80 per cento dei farmaci contro l'Aids usati da Medici senza Frontiere nei propri progetti proviene proprio dall'India. Dove gli antivirali costano meno.
La trattativa. L'Europa sta spingendo verso la cosiddetta politica di "esclusività dei dati": un provvedimento che mira a bloccare la pratica "ormai consolidata - dice Msf - e raccomandata dall'Organizzazione Mondiale
della Sanità (Oms)" che consente di utilizzare studi già esistenti su prodotti identici da parte dei produttori dei farmaci generici, per ottenerne l'approvazione per l'immissione sul mercato. Per esempio, quando nel 2008 l'India rifiutò un brevetto su un antivirale specifico per i bambini (lo sciroppo nevirapina) i produttori generici furono in grado di produrne e venderne una versione alternativa, più economica. Con l'esclusività dei dati, invece, questo non potrebbe più accadere. E anzi, "se tale politica dovesse entrare in vigore, i produttori indiani - spiega l'associazione - dovrebbero attendere circa 10 anni prima di vendere un prodotto, nonostante non sia coperto da brevetto. Una manovra, questa, che ostacolerebbe di fatto la concorrenza".
La proprietà intellettuale. L'esigenza nasce infatti in seguito ai numerosi episodi di farmaci in transito attraverso l'Ue verso l'Africa e l'America Latina ma rivelatisi non "originali". Secondo Msf, l'obiettivo dell'Unione è quindi quello di "esportare le disposizioni delle sue direttive doganali anche all'India, forzandola ad adottarle". Ma una decisione di questo tipo - spiegano - rappresenterebbe "una violazione dell'etica medica, perché i pazienti sarebbero sottoposti a inutili rischi con test clinici i cui risultati sono già noti. Pertanto l'esclusività dei dati creerebbe una nuova barriera, simile al brevetto, persino quando non c'è più brevetto su un farmaco".
La campagna. Msf ha lanciato una campagna internazionale 2 per l'accesso ai farmaci essenziali e ha chiesto ai suoi sostenitori sparsi su tutto il globo di inviare alla Commissione europea del Commercio lettere e appelli che muovano in questa direzione . Perché "la nostra associazione dipende dall'accesso a quel tipo di antivirali generici a prezzi accessibili per il trattamento di tutti i tipi di malattie e - spiega il Presidente internazionale di Msf, Unni Karunakara - a nome dei nostri pazienti non possiamo rimanere in silenzio mentre l'Europa lavora per chiudere la porta su ogni aspetto legato alla fornitura dei farmaci, ovvero la produzione di un farmaco generico, la sua registrazione e il suo trasporto ai pazienti in altre parti del mondo". Msf continuerà a battersi "finché non saremo sicuri che queste disposizioni saranno lasciate ufficialmente ed inequivocabilmente fuori dagli accordi perché non si può anteporre il profitto alla cura delle persone. Questo accordo di libero scambio non può mettere a repentaglio la possibilità dell'India di fornire farmaci antiretrovirali per i milioni di pazienti con Hiv/Aids in tutto il mondo".
I numeri. Stando alle ultime stime rese note dall'Onu, nel 2008 si sono registrate 2,7 milioni di nuove infezioni e le morti da Aids ammontavano a due milioni: 90 per cento di adulti e oltre 300 mila bambini. Secondo il Rapporto Unaids del 2009, nel mondo, convivono con l'Hiv 33,4 milioni di individui. Di questi, 15,7 milioni sono donne dai 15 anni in su e 2,1 milioni sono bambini sotto i 15 anni di età. Ma negli ultimi cinque anni, qualcosa è cambiato. In meglio. I decessi per Aids sono calati del 10 per cento in tutto il mondo, soprattutto nei paesi ricchi, ma solo per merito del maggiore accesso alle terapie salvavita. I trattamenti antiretrovirali sono quindi indispensabili: resi disponibili a partire dal 1996, hanno infatti permesso di salvare 2,9 milioni di vite.
Altre iniziative. Nel 2009, in occasione della giornata mondiale contro l'Aids che si tiene tradizionalmente il primo dicembre di ogni anno, il programma congiunto delle Nazioni Unite per l'Hiv/Aids ha lanciato l'iniziativa "AIDSpace. org", un sito internet strutturato come un social network. Una vera community virtuale creata per mettere in contatto i sieropositivi e tutti coloro che hanno a che fare con la malattia ma che le hanno dichiarato guerra. L'incontro tra gli utenti e la condivisione di informazioni sono alcuni degli obiettivi che caratterizzano il progetto. Ma sul portale sono disponibili notizie, novità sulle ultime scoperte scientifiche, sui nuovi modi per diagnosticare l'Aids, sulle terapie e soprattutto sulla prevenzione. Lanciato in occasione del G8 di Genova nel 2001, invece, il Fondo Globale 3 per tubercolosi, Hiv/Aids e malaria , vive da quasi dieci anni solo grazie al sostegno economico dei cittadini europei. Lo scopo: raccogliere denaro a sufficienza per finanziare l'acquisto di medicinali. A patto che siano indiani. Che, essendo più economici, permettono di curare molte più persone.
(Fonte La Repubblica)
La trattativa. L'Europa sta spingendo verso la cosiddetta politica di "esclusività dei dati": un provvedimento che mira a bloccare la pratica "ormai consolidata - dice Msf - e raccomandata dall'Organizzazione Mondiale
della Sanità (Oms)" che consente di utilizzare studi già esistenti su prodotti identici da parte dei produttori dei farmaci generici, per ottenerne l'approvazione per l'immissione sul mercato. Per esempio, quando nel 2008 l'India rifiutò un brevetto su un antivirale specifico per i bambini (lo sciroppo nevirapina) i produttori generici furono in grado di produrne e venderne una versione alternativa, più economica. Con l'esclusività dei dati, invece, questo non potrebbe più accadere. E anzi, "se tale politica dovesse entrare in vigore, i produttori indiani - spiega l'associazione - dovrebbero attendere circa 10 anni prima di vendere un prodotto, nonostante non sia coperto da brevetto. Una manovra, questa, che ostacolerebbe di fatto la concorrenza".
La proprietà intellettuale. L'esigenza nasce infatti in seguito ai numerosi episodi di farmaci in transito attraverso l'Ue verso l'Africa e l'America Latina ma rivelatisi non "originali". Secondo Msf, l'obiettivo dell'Unione è quindi quello di "esportare le disposizioni delle sue direttive doganali anche all'India, forzandola ad adottarle". Ma una decisione di questo tipo - spiegano - rappresenterebbe "una violazione dell'etica medica, perché i pazienti sarebbero sottoposti a inutili rischi con test clinici i cui risultati sono già noti. Pertanto l'esclusività dei dati creerebbe una nuova barriera, simile al brevetto, persino quando non c'è più brevetto su un farmaco".
La campagna. Msf ha lanciato una campagna internazionale 2 per l'accesso ai farmaci essenziali e ha chiesto ai suoi sostenitori sparsi su tutto il globo di inviare alla Commissione europea del Commercio lettere e appelli che muovano in questa direzione . Perché "la nostra associazione dipende dall'accesso a quel tipo di antivirali generici a prezzi accessibili per il trattamento di tutti i tipi di malattie e - spiega il Presidente internazionale di Msf, Unni Karunakara - a nome dei nostri pazienti non possiamo rimanere in silenzio mentre l'Europa lavora per chiudere la porta su ogni aspetto legato alla fornitura dei farmaci, ovvero la produzione di un farmaco generico, la sua registrazione e il suo trasporto ai pazienti in altre parti del mondo". Msf continuerà a battersi "finché non saremo sicuri che queste disposizioni saranno lasciate ufficialmente ed inequivocabilmente fuori dagli accordi perché non si può anteporre il profitto alla cura delle persone. Questo accordo di libero scambio non può mettere a repentaglio la possibilità dell'India di fornire farmaci antiretrovirali per i milioni di pazienti con Hiv/Aids in tutto il mondo".
I numeri. Stando alle ultime stime rese note dall'Onu, nel 2008 si sono registrate 2,7 milioni di nuove infezioni e le morti da Aids ammontavano a due milioni: 90 per cento di adulti e oltre 300 mila bambini. Secondo il Rapporto Unaids del 2009, nel mondo, convivono con l'Hiv 33,4 milioni di individui. Di questi, 15,7 milioni sono donne dai 15 anni in su e 2,1 milioni sono bambini sotto i 15 anni di età. Ma negli ultimi cinque anni, qualcosa è cambiato. In meglio. I decessi per Aids sono calati del 10 per cento in tutto il mondo, soprattutto nei paesi ricchi, ma solo per merito del maggiore accesso alle terapie salvavita. I trattamenti antiretrovirali sono quindi indispensabili: resi disponibili a partire dal 1996, hanno infatti permesso di salvare 2,9 milioni di vite.
Altre iniziative. Nel 2009, in occasione della giornata mondiale contro l'Aids che si tiene tradizionalmente il primo dicembre di ogni anno, il programma congiunto delle Nazioni Unite per l'Hiv/Aids ha lanciato l'iniziativa "AIDSpace. org", un sito internet strutturato come un social network. Una vera community virtuale creata per mettere in contatto i sieropositivi e tutti coloro che hanno a che fare con la malattia ma che le hanno dichiarato guerra. L'incontro tra gli utenti e la condivisione di informazioni sono alcuni degli obiettivi che caratterizzano il progetto. Ma sul portale sono disponibili notizie, novità sulle ultime scoperte scientifiche, sui nuovi modi per diagnosticare l'Aids, sulle terapie e soprattutto sulla prevenzione. Lanciato in occasione del G8 di Genova nel 2001, invece, il Fondo Globale 3 per tubercolosi, Hiv/Aids e malaria , vive da quasi dieci anni solo grazie al sostegno economico dei cittadini europei. Lo scopo: raccogliere denaro a sufficienza per finanziare l'acquisto di medicinali. A patto che siano indiani. Che, essendo più economici, permettono di curare molte più persone.
(Fonte La Repubblica)
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